Canosa di Puglia, 30 apr. (TMNews) – Ha raccontato alla polizia che intorno a mezzanotte era in casa con la compagna, Lakbira El Hayj, la donna marocchina di 40 anni assassinata la notte scorsa a colpi di pistola sulla soglia della sua abitazione a Canosa di Puglia. Ha raccontato di aver sentito bussare alla porta e di aver visto un uomo incappucciato che sparava alla quarantenne. Ma gli investigatori, coordinati dal pm Giuseppe Maralfa della procura di Trani, non gli hanno creduto. Quando gli agenti sono intervenuti nell’abitazione della vittima, Cosimo Damiano Pastore, 50 anni, ora in stato di arresto per omicidio, aveva gli abiti sporchi di sangue.
L’uomo ha un precedente specifico. Una quindicina di anni fa aveva ucciso la moglie e, per questo, aveva scontato dieci anni nel manicomio giudiziario di Aversa, in provincia di Caserta dal quale era uscito perché ritenuto non più socialmente pericoloso. Lakbira El Hayj è stata uccisa sulla soglia della sua abitazione con cinque colpi di pistola calibro 9 esplosi da distanza ravvicinata. L’arma non è stata ritrovata.
Pastore, che ha detto di essere estraneo al delitto, è stato sottoposto all’esame dello stub, necessario per sciogliere gli ultimi dubbi. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la vittima, in Italia da pochi mesi, aveva intrecciato una relazione con Pastore. Ma sembra che, quando ha scoperto il passato burrascoso del compagno, avesse deciso di lasciarlo. Forse la sua decisione ha scatenato la reazione dell’uomo e le è costata la vita.
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