Che peccato! Ha tradito proprio la fase difensiva, la leva sulla quale si è appoggiata la Pro Patria targata Alessio Pala; il fulcro di una squadra che faceva del non prenderle il suo credo, visto che davanti non aveva discepoli capaci di predicare quello offensivo. Quella che sapeva mandare in confusione l’avversario di turno facendogli smarrire la via della rete, impelagandolo in una gelatina più a presa rapida del Mapei. Una distrazione collettiva, sugli sviluppi di un calcio da fermo a pochi secondi dalla fine,
ha permesso al Südtirol di rifilare ai tigrotti l’undicesimo dispiacere stagionale e di guadagnarsi la seconda vittoria casalinga (la prima era di tre mesi fa). Una sconfitta dal sapore di beffa, al termine di una prestazione in cui la formazione bustocca aveva subito il bel calcio del primo tempo dei bolzanini, in grado però di andare in vantaggio solo grazie ad un penalty. Nella ripresa Pala incoraggiava i suoi alla rimonta con l’uscita di Douglas (terzino) a favore di Marra (punta). Proprio l’ex Novara timbrava il gol del pareggio, che i padroni di casa pativano con un calcio basato più sulla ricerca della giocata individuale che sulla coralità. Il pareggio non avrebbe ribaltato la classifica, ma avrebbe avuto un peso specifico di qualità: conquistato in rimonta. Un fiore nel deserto. Non il “solito” zero a zero ottenuto difendendo il fortino con le unghie e con i denti, ma un risultato con gol. Bolzano ha però anche detto che se questa Pro mette il naso fuori dall’uscio è concreto il rischio che gli avversarsi si presentino velenosi davanti all’area, per nulla filtrati dalla linea di centrocampo. Era da tempo che l’avversario di turno non aveva facilità di manovra sulla propria trequarti. Naturale o quasi scontato che la lucidità difensiva alla fine si esaurisca. Bolzano ha detto pure che per questa Pro Patria non servono mercatini, ma un mercatone, e di corsa, altrimenti non ce la farà mai a risalire.