«Qualcuno in Whirlpool avrebbe preferito la Turchia»

Adesso la priorità assoluta è difendere lo stabilimento di Spini di Gardolo; l’annuncio della sua chiusura è qualcosa di inaccettabile». Stefania Filetti, segretario provinciale della Fiom Cgil di Varese, fissa paletti e priorità precise della battaglia sindacale in atto, dopo la presentazione del piano industriale di Whirlpool, lo scorso venerdì.

Bisogna premettere che questo piano industriale è stato presentato dopo che, in azienda, si è riusciti a convincere gli americani a continuare ad investire in Italia; la situazione si è sbloccata soltanto nella serata di giovedì scorso e poi venerdì c’è stato l’annuncio e la presentazione del piano.

Diciamo che una parte dell’azienda, la Corporation per la precisione, avrebbe voluto investire non in Italia né a Cassinetta, ma piuttosto in Polonia ed in Turchia; l’incertezza è andata avanti fino all’ultimo minuto e la decisione è stata presa soltanto giovedì sera, con un via libera arrivato all’ultimo momento.

Non siamo tranquilli, perchè si tratta di un piano contradditorio; da un lato ci sono i soldi per creare un centro europeo a Cassinetta, ma dall’altro lo scotto altissimo da pagare, perchè si continui ad investire in Italia, è avere dei nuovi licenziamenti.

In questo momento, l’obiettivo principale dei sindacati sembra essere quello di difendere con forza lo stabilimento di Spini di Gardolo.

Al primo posto adesso c’è il problema di Trento, che non può rimanere senza soluzione e che va trovata il prima possibile; solo dopo inizieranno le trattative con l’azienda per entrare nel merito dei contenuti del piano, la cui applicazione richiederà anche il coinvolgimento degli enti locali; prima, sedersi attorno ad un tavolo, non avrebbe alcun senso.

La chiusura di quel reparto, dove ricordo lavorano circa 90 persone, era già stata prevista nel piano presentato nel 2011, anche se una data precisa non era stata indicata.

Ora si ribadisce questa intenzione anche se, anche in questa occasione, non viene indicata una data precisa di chiusura del reparto; speriamo che l’onda sia più lunga possibile.

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