Subordinare la concessione dell’Aia, ovvero l’autorizzazione integrata ambientale, alla realizzazione di uno studio sull’impatto sulla salute dei cittadini dovuto alla presenza del Cementificio Colacem di Caravate.
Questa la richiesta avanzata dal Comitato Ambiente Verbano che da cinque anni si batte per la salubrità della zona circostante la grande azienda che coinvolge diversi Comuni, in particolare Caravate,Cittiglio, Gemonio, Leggiuno, Brenta e Laveno Mombello .
A intervenire è il presidente del Comitato Paolo Paliaga l’indomani della lettera che il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin ha inviato a Arpa,
Ats e Provincia di Varese per chiedere la costituzione di un tavolo tecnico scientifico che faccia chiarezza sulla natura delle emissioni del cementificio.
«Lavoriamo da più di cinque anni sul tema della verifica della salubrità della zona circostante il cementificio – premette Paliaga – abbiamo fatto convegni e conferenze, invitando i maggiori esperti nazionali del settore e abbiamo dato vita a un tavolo tecnico proprio invitando la Provincia di Varese, tutti i sindaci, la Comunità Montana, l’Ats, l’Arpa, l’Istituto Mario Negri e l’Istituto dei tumori di Milano».
Il tavolo tecnico c’è insomma e ha indirizzato una lettera alla Provincia in cui chiedeva di inserire nel procedimento autorizzativo dell’Aia, che deve essere rinnovato proprio in questi giorni, un approfondimento di indagine sulla salute dei cittadini chiamato Vis, acronimo che sta per valutazione di impatto sanitario.
«Purtroppo – sottolinea il presidente del Comitato – non abbiamo avuto una risposta positiva dalla Provincia di Varese, nonostante alcuni sindaci si siano mostrati disponibili a finanziare in parte lo studio preparato dai migliori tecnici a livello nazionale».
Il Comitato sta seguendo la procedura formalmente corretta che consiste nel chiedere agli enti deputati di eseguire lo studio. «Ma noi avevamo già verificato che Arpa aveva qualche difficoltà di mezzi e personale per tale studio – prosegue Paliaga – abbiamo inoltrato una lettera ufficiale all’Ats per verificare se hanno le capacità e i mezzi per poter attuare questo studio ».
Il Comitato si appella al “principio di precauzione”. «Le normative e i criteri di sicurezza presenti nelle tabelle di legge non sono più sufficienti a dare sicurezza ai cittadini – afferma Paliaga – ci appelliamo al principio di precauzione per mettere in campo uno studio approfondito adeguato ai problemi di co-incenerimento di combustibile solido secondario». Tra i Comuni coinvolti nel problema c’è stato uno scollamento.
«Proprio alla vigilia del rinnovo dell’Aia in Provincia, il Comitato insieme con i sindaci di Cittiglio, Gemonio, Caravate e Leggiuno e ci auguriamo partecipino anche Brenta e Laveno Mombello, chiedono che l’Aia sia rilasciata solo a condizione che sia introdotta all’interno della stessa, uno studio sull’impatto sulla salute che venga finanziato da tutti i soggetti interessati, dalla Colacem e dagli enti territoriali interessati per avere, dopo anni di lavoro, un vero studio sulle condizioni di salute della nostra zona» conclude Paliaga.