Una conferma che è anche un po’ una lezione: tra gentlemen il guardarsi dritto negli occhi ha ancora un senso pratico, oltre che morale (soprattutto in una società come quella odierna che si illude di aver abbattuto le barriere comunicative mentre invece le ha accentuate, prestandoci continuamente schermi dietro ai quali trincerarci).
Guardarsi negli occhi serve ad avere il coraggio delle proprie idee, persino delle proprie distanze: se c’è uno spazio di manovra, il buon, vecchio e mai passato di moda “vis à vis” funziona, le appiana.
Solo 10 giorni fa Giancarlo Ferrero non era più un giocatore di Varese. Dalla Openjobmetis, dai suoi operatori di mercato precisamente, lo dividevano soldi, modalità di conduzione di una trattativa, filosofia di approccio della stessa, sentimenti, nonché l’interpretazione della parola “riconoscenza”, assai diversamente modulata nei rispettivi “Aventino” di piazza Monte Grappa e di Bra. Perché? Perché succede, se da una parte devi fare il tuo lavoro con tre occhi al portafoglio e un budget in costante flessione e dall’altra
senti il bisogno di una gratificazione dopo aver gettato il cuore sul parquet per due anni, partendo da scommessa (anche come costo) e dando il tuo contributo, in particolare nei momenti difficili. Dalla “vil pecunia”, ai silenzi, al pensare male l’uno dell’altro, il passo è purtroppo breve ed esiste solo un modo per innestare la retromarcia: vedersi, parlarsi, non darsi per vinti, soprattutto se in fondo si vuole la stessa cosa.
Così hanno fatto Giancarlo Ferrero e Varese, mercoledì scorso poco prima dell’ora di pranzo. Sul tavolo c’era una proposta ragionata, intorno ad esso persone vere, disposte prima a confrontarsi, poi a capirsi, infine a venirsi incontro. La stretta di mano ha dissipato ogni dubbio, è diventata “legge” come accadeva quando il mondo non era sbagliato come oggi ed è stata propedeutica prima alla firma sul contratto e poi all’ufficialità di ieri. L’ala di Bra, classe 1988, sarà biancorosso per altre due stagioni: sul contratto una clausola d’uscita esercitabile la prossima estate e cifre certamente diverse da quelle da cui si era partiti, sia a Bra che in centro a Varese.
Ferrero, il capitano uscente e con ogni probabilità quello entrante, ricomincerà da qui, come sempre senza pretese, da rincalzo pronto a conquistarsi con il sudore ogni minuto trascorso sul parquet. Coach Caja ripartirà dalla duttilità del piemontese, sapendo che ogni volta che si girerà verso la panchina potrà pescare un giocatore di cuore, di sostanza, sprovvisto di paura. I tifosi ripartiranno da un uomo che si è fatto amare per l’atteggiamento prima che per i canestri, da uno che ieri sera, prima di andare a Casale dove lavora la sua fidanzata, è passato da Masnago a fare l’in bocca al lupo all’under 16 di coach Triacca, prossima alle finali scudetto di categoria. Da uno che, sempre ieri, si è iscritto al Basket Siamo Noi, diventando azionista della società. Da una bandiera.