Quando il bambino diventa business

I bambini? Fanno girare quasi il 2% dell’economia varesina. Asili nido, istruzione prescolastica, commercio al dettaglio di articoli per neonati, un business spesso “femminile”: in provincia di Varese ci sono ben 268 imprese attive nei “baby-settori”, che danno da lavorare a oltre duemila addetti.

Sono i dati della Camera di Commercio di Milano, che ha analizzato il Registro delle Imprese per monitorare l’impatto sull’economia dei settori di attività legati al mondo del bambino.

Il Varesotto è all’11° posto in Italia per numero, in valore assoluto, di sedi d’impresa attive nel settore bambino: sono in tutto 268, per un totale di 2.016 addetti, e costituiscono l’1,9% del totale delle imprese attive in Italia, che sono più di 14mila.

I “baby-settori” rappresentano più dello 0,4% del totale delle imprese attive in provincia, dando lavoro allo 0,75% degli addetti impiegati sul territorio.

I dati sono aggiornati al primo trimestre del 2014: rispetto allo periodo dello scorso anno c’è una leggera flessione (-2,5%), visto che le imprese erano 275. A superare la nostra provincia sono realtà decisamente più popolose: la classifica è guidata infatti da Roma (1.075 sedi d’impresa attive per oltre 8mila addetti), seguita da Napoli, Milano, Torino e Bari, tutte metropoli. Prima di Varese ci sono anche Caserta, Salerno, Brescia, Padova e Palermo. In Lombardia, Varese è la terza provincia con il maggior numero di imprese, dopo Milano e Brescia.

Per quanto riguarda il numero di addetti, la classifica premia sempre Roma, seguita da Milano e Napoli. In Lombardia Varese perde qualche posizione, superata da Brescia, Monza-Brianza e Bergamo, per attestarsi al 13° posto nazionale. Si tratta di un settore decisamente solido.

Scendendo nel dettaglio delle 268 imprese attive nel Varesotto, il punto di forza è il settore dell’istruzione prescolastica, con 124 imprese (quasi il 17% del totale della Lombardia), seguito dai servizi di asili nido e assistenza diurna per minori disabili (83 imprese) e dal commercio al dettaglio di confezioni per bambini e neonati (61), mentre non risulta nessuna impresa di fabbricazione di carrozzine e passeggini.

Il boom dei “baby-settori” in provincia si è registrato negli ultimi cinque anni: nel 2009 le imprese di servizi per l’infanzia erano 127, solo tra il 2009 e il 2010 l’incremento fu del 18,9%. A guidare il boom è stata l’istruzione prescolastica, passata da 17 a 124 imprese. Gli asili nido sono aumentati (da 68 a 83), mentre calano le attività di commercio al dettaglio (da 65 a 61).

E le statistiche mostrano come protagoniste siano soprattutto imprenditrici donne, che spesso mettono a frutto l’esperienza di mamme per avviare attività che rispondono alle esigenze delle donne che lavorano.

«Creare un’impresa dedicata alla cura e all’educazione dei bambini è una scelta e un’opportunità – dichiara Federica Ortalli, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Milano – è un’attività importante di sostegno, un aiuto per conciliare il tempo del lavoro e della famiglia, che va sempre più valorizzata».

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