La Procura della Repubblica di Varese ha chiesto il rinvio a giudizio per due donne di 39 e 38 anni – la prima presidente di un’associazione animalista – e un uomo di 47, guardia ecozoofila. L’inchiesta riguarda l’incendio doloso appiccato il 10 ottobre 2022 in un’azienda agricola di Leggiuno e un presunto favoreggiamento durante le indagini condotte dal sostituto procuratore Lorenzo Dalla Palma e dai carabinieri.
L’incendio: maschere e fiamme nella notte
Secondo l’accusa, le due donne, una residente a Sesto San Giovanni e domiciliata nel Torinese e l’altra di Cunardo, insieme a un complice rimasto ignoto, si sarebbero introdotte mascherate con passamontagna nel fondo agricolo, incendiando una stalla e distruggendo macchinari, attrezzi e 250 balle di fieno. La guardia ecozoofila, invece, è accusata di favoreggiamento personale: avrebbe avvisato la donna di Cunardo dell’imminente perquisizione a suo carico, inviandole un messaggio su WhatsApp il 9 marzo 2023 per informarla dell’arrivo dei carabinieri.

Il contesto: la stalla della discordia
L’azienda agricola in questione era da tempo al centro di polemiche con gruppi animalisti, che denunciavano presunte irregolarità e condizioni inadeguate per un bovino, poi macellato poco prima dell’incendio. I titolari, invece, sostenevano la piena regolarità della struttura e avevano denunciato incursioni notturne e blitz diurni degli attivisti. Dopo il rogo, la presidente dell’associazione animalista aveva dichiarato pubblicamente la propria estraneità ai fatti, affermando che il gesto poteva essere stato compiuto da «chiunque».
Ora, però, la Procura la ritiene coinvolta e la richiesta di rinvio a giudizio sarà esaminata il 15 ottobre, dopo un rinvio dovuto a un difetto di notifica.