È la digitalizzazione il presente e non solo il futuro del marketing d’impresa, sia essa piccola o di grandi dimensioni; è questa la strada che le aziende devono seguire, se si vuole incrementare il proprio business e raggiungere il maggior numero possibile di potenziali clienti. Gli strumenti non mancano, come anche le barriere da affrontare, ma indietro non si può tornare.
Sono stati proprio i processi di digitalizzazione del marketing, i protagonisti dell’intervento tenuto ieri pomeriggio da Quang Ngo Dinh, responsabile marketing business di Vodafone, intervenuto al seminario con i “baffi”, organizzato a Futuro Anteriore a Varese, dal nostro giornale. Tema dell’incontro, che ha fatto da filo conduttore a questo ciclo di seminari, le nuove frontiere del marketing d’impresa; il manager si occupa di servizi che Vodafone mette a disposizione delle partite iva, dalla piccole alle grandi imprese; prima di addentrarsi nell’analisi dei vari processi di digitalizzazione, Quang Ngo Dinh, ha presentato una serie di statistiche riguardanti la consapevolezza delle aziende italiane in merito al rapporto tra marketing e nuove tecnologie.
Secondo un’indagine promossa dal Politecnico di Milano, il 44% delle imprese italiane si dice propensa a fare investimenti nel campo della digitalizzazione o dei big data. Sempre le statistiche, indicano come nel nostro Paese le persone passino 4.7 ore al giorno su internet e di queste 2.2 ore attraverso dispositivi mobili. «Il marketing delle aziende non può non tenere conto di questi dati per catturare l’attenzione dei clienti» ha sottolineato il manager di Vodafone, il quale ha presentato poi altri numeri.
Significativo che l’87% degli italiani, si informi su internet prima di effettuare un acquisto; altre statistiche presentate durante il seminario, dimostrano poi quanto passi tra propensione a investire sul digitale e il quadro reale del rapporto tra imprese e nuove tecnologie. Solo il 43% delle partite iva ha un sito web aziendale, percentuale che sale al 70% se si considerano le imprese con almeno dieci dipendenti; solo il 22% ha una pagina Facebook, il 14% un account Twitter,
il 10% un sito personalizzato per smartphone e soltanto il 7% fa pubblicità su internet. «Nel passaggio al digitale ci sono delle difficoltà che non sono imputabili alle aziende ma che possono diventare alibi, che noi vogliamo rimuovere, con una serie di soluzioni che proponiamo ai nostri clienti» ha detto Quang Ngo Dinh. Sono quattro in particolare gli ostacoli: semplicità d’uso, sicurezza dei dati, banda larga e costi dell’investimento. Alle difficoltà, corrispondono anche delle soluzioni che rispondono al nome di fibra ottica, banda larga, reti, cloud e continuo sviluppo del mobile.
«Le aziende devono seguire questo trend le soluzioni non mancano; dal marketing di prossimità, all’utilizzo di applicazioni su dispositivi mobili». Soluzioni standard oppure tarate su misure sulle peculiari esigenze del cliente. Il responsabile marketing business di Vodafone ha poi gettato uno sguardo sul futuro del marketing, che sarà contraddistinto dall’internet of things e dallo sviluppo dei big data. Si stima, che gli oggetti connessi alla rete cresceranno da qui al 2021, con un incremento del 25% all’anno, il 15% in Italia. Un processo che creerà nuove opportunità, non solo per le imprese e per gli operatori del settore, ma anche per i consumatori; il potenziale di sviluppo è grande e l’evoluzione della tecnologia consente un’innovazione in tempi più rapidi e a costi più bassi. Stesso discorso per i big data, che rappresentano una ricchezza, quella dei dati, che abilita sia il settore pubblico che quello privato a una moltitudine di attività fondamentali a innovarsi. Gli ambiti di applicazione sono diversi, dal retail, alle smart cities, fino al turismo; il marketing aziendale del futuro passa da qui e il futuro, è dietro l’angolo.