Dica 33. Trentatrè come i giorni che separano il popolo del Blasco e tutto il panorama della musica italiana all’evento degli eventi: il concerto di Vasco Rossi del 1° luglio a Modena Park, con il quale il rocker di Zocca celebrerà i primi 40 anni di carriera. Evento che da cinque giorni detiene ufficialmente il record di evento musicale con il maggior numero di spettatori paganti nella storia con 220 mila tagliandi staccati.
Proprio per questo dallo scorso 13 maggio l’esposizione itinerante “Vasco – La mostra” ha messo le tende al Foro Boario di Modena, dove resterà allestita fino al prossimo 3 luglio proprio per garantire la concomitanza con il concerto dei concerti.
C’è poco da fare: quando c’è di mezzo la passione si perde il lume della ragione. E che sia concesso, diamine. Ecco perché forse ad un fan non dei più accaniti l’esposizione può sembrare un percorso di foto con qualche bel cimelio e forse poco più. Se invece nella vostra vita Vasco un minimo di significato ce l’ha, non perdetevela. Perché trovarsi sotto il naso il foglio a quadretti sdrucito dove ha buttato giù il testo definitivo di una pietra miliare come Quanti Anni Hai,
o Se è Vero o No, cancellature comprese, è roba da far drizzare anche le papille gustative. Perché girare l’angolo per entrare in una stanza espositiva e scorgere in una teca la chitarra acustica da lui suonata nell’indoor European tour del 2009 e 2010 fa tremare il cuore. Perché trovarsi a un centimetro dal logoro chiodo rosso di pelle con il quale Rossi saltava come un matto da una parte all’altra del Fronte del Palco non può che fa vibrare le coronarie. Oppure imbattersi nel cancello della sua casa di Zocca, smontato e trasferito apposta: la firma a mo’ di ex-voto su quel muro di lamiera è infatti imprescindibile da qualunque “Solito” in visita nel paese natale di Rossi.
E poi le foto. Con le firme, tra le altre, di Roberto Villani, Toni Thorimbert, Efrem Raimondi (suoi i ritratti più intensi) e Michael Putland: nomi che da soli valgono il prezzo del biglietto. E ancora, ritrovarsi dentro le copertine di Vivere o Niente (sì, si sente ancora la puzza di benzina sul macchinone giallo) e di Sono Innocente, o essere scaraventati a un centimetro dal palco con il ledwall che spara a tutta le intro e le aperture dei live più memorabili di oggi e di ieri.
Sì, se siete fan di Vasco non perdetevela. E se non siete fan un pensierino fatecelo. Perché solo ritrovandovi davanti a quegli occhi blu come l’altra metà del cielo stampati a tutto muro, forse inizierete a capire qualcosa. Di lui, e di noi. E questo non ha mai fatto male a nessuno.