I boschi della provincia di Varese vanno a fuoco: il sospetto è che si tratti di incendi dolosi. La stessa zona, gli stessi terreni, sono stati dati alle fiamme quattro volte nell’arco dell’anno. L’autocombustione è stata esclusa. Qualcuno appicca gli incendi: marginale l’ipotesi che si sia trattato di un incidente. Nessuno andrebbe in queste zone per bruciare sterpaglie. Ieri mattina ancora un intervento dei vigili del fuoco e volontari antincendio boschivo.Fumo, e fiamme ieri mattina sulle alture sopra Tronzano per via dell’incendio scoppiato due giorni fa nei boschi.Alcuni focolai hanno ripreso, forse per via di qualche folata di vento che ha rinvigorito le fiamme nella zona colpita.
Sul posto ieri mattina si sono recate le squadre dei vigili del fuoco oltre agli operatori dell’Aib di Comunità Montana, che stanno presidiando l’area e compiendo ulteriori operazioni di bonifica.
Il primo allarme era stato dato nella zona alle 14.30 dell’altro ieri: un principio d’incendio boschivo nelle montagne del Verbano fra i comuni Maccagno con Pino e Veddasca e Tronzano Lago Maggiore.Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco di Luino e la polizia locale che per tutta la giornata e in serata hanno lavorato sul posto. La zona interessata dalle fiamme infatti, è di circa due ettari di area boscata; le fiamme, alimentate dal forte vento, hanno minacciato una serie di abitazioni e le squadre sul campo stanno tenendo sotto controllo tutto il perimetro.
La zona, confermano dal Comune, era già stata oggetto nei giorni scorsi di alcuni focolai di incendio ed è particolarmente difficile da raggiungere coi mezzi. Si tratta di un punto non molto distante da una mulattiera che parte nella zona del campo da calcio di Tronzano. I vigili del fuoco sono intervenuti con due autopompe e due fuoristrada di cui uno dotato di modulo antincendio. Successivamente sul posto si sono recati i volontari dell’antincendio boschivo che hanno collaborato alle operazioni.
Alcuni focolai sono ancora attivi e la zona è presidiata dal personale A.I.B. Primavera e autunno sono i periodi nei quali si verificano questi eventi. Il clima secco di queste settimane ha aiutato il fuoco. Così come il vento. Nel nord della provincia ci sono due zone in particolare prese di mira. Quella tra Maccagno e Pino, data alle fiamme nei giorni scorsi, e quella di Montegrino. I boschi sopra l’abitato, sempre nello stesso punto, sono stati incendiato in tre diverse occasioni nell’ultimo anno e mezzo. I roghi quasi sempre appiccati dalla strada. Da punti facilmente raggiungibili.
La domanda è perchè? Non si tratta di aree edificabili. Non si tratta di zone dove via i boschi si possa guadagnare qualcosa. Dispetti? Esclusi i mozziconi di sigaretta gettati dai finestrini. Si spengono in autonomia dopo dieci secondi. Esclusi incendi causati da chi brucia le sterpaglie. Quando accade l’incendio è circoscritto. Quindi perché? Qualcuno pensa a degli emulatori. Gli inquirenti indagano. Ma il punto resta. E c’è un fatto che spicca: a fronte di zone che sistematicamente, sempre le stesse, vengono date alle fiamme. L’incendio di oggi é una novità. È quasi certamente doloso. Ed è la prima volta.