Ed è subito dono. È il saggio artistico letterario sul dono la traccia più scelta a Varese. Non l’analisi del testo di Quasimodo, un autore con cui pochissimi studenti hanno scelto di confrontarsi. La motivazione? «Non lo abbiamo studiato a scuola».
Quello del dono è un argomento vastissimo. Perché è vero che tutti sanno cos’è il dono, ma le cose cambiano quando bisogna scriverci un saggio seppure breve. «Io nel mio elaborato ho voluto esprimere come nella crescita si perda la spontaneità del dono – dice Chiara Peloso, della 3 C del classico Cairoli – I bambini non hanno nulla, ma donano continuamente. Dicono: “Ti faccio un caffé” e fanno finta di versartelo in una tazzina. Poi crescendo questa propensione si perde e il dono diventa un rito. Ho citato Saint-Exupéry, autore del piccolo principe e Kierkegaard».
Ci sono studenti – come Miryana Barbieri
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