C’è un episodio accaduto domenica tanto bello quanto utile per comprendere la valenza del punto conquistato dalla Varesina contro la Pro Sesto: dopo una partita molto intensa ma non certo spettacolare, il triplice fischio dell’arbitro manda tutti sotto la doccia. E fin qui cosa c’è di così strano? Niente, assolutamente niente. È quello che succede pochi attimi dopo a fare la differenza rispetto a ciò che la Varesina era abituata. Dalla tribuna provengono infatti degli applausi sentiti, convinti e vivi come la squadra che è scesa in campo, con il Presidente Onorario Umberto Belletti che, armato di microfono, ha fatto i complimenti ai suoi ragazzi, ai suoi “scoiattoli”; perché voleva che quei complimenti arrivassero il più forti possibile alle orecchie della squadra.
Degli applausi, che hanno finalmente rubato la scena ai musi lunghi, ai silenzi e ai borbottii caratteristici delle partite casalinghe degli ultimi mesi. Perché la Varesina ha meritato quei complimenti, ha meritato quegli applausi e si è meritata di sorridere, anche perché adesso, davanti a sé, trova un imperativo “bisogna confermarsi” da centrare.
Non rispettare questo impegno significherebbe tradire la sincerità di quella dimostrazione di affetto e fiducia, e tradire anche e soprattutto se stessi. Contro la Pro Sesto le Fenici sono veramente rinate dalle loro ceneri con una prestazione convincente, soprattutto per quanto riguarda quegli aspetti che più volte sono mancati: attributi, voglia di lottare su ogni pallone, grinta da vendere e convinzione nei propri mezzi, uniti ad una manovra sviluppata per la quasi totalità del tempo con la palla bassa. Basta lanci senza senso, basta demotivarsi, basta tutto ciò che i rossoblù hanno messo in campo da dicembre fino a domenica; questa vota si è usato il cervello, oltre che i piedi.
Un’altra nota da sottolineare si trova nel fatto che la Varesina non si è spenta nei momenti di difficoltà, quando senza gli interventi di Gallino sarebbe passata in svantaggio, ma si è compattata e ha reagito. Si sono rivisti anche alcuni giocatori parsi irriconoscibili nelle ultime uscite, Castagna e Groppo su tutti, mentre altri hanno confermato il buono stato di forma (Anzano, Di Caro e Caso).
Merita un cenno particolare Cianni, che è stato subito determinante in fase di costruzione, dando una manovra fluida e lucida alle Fenici; ora c’è solo bisogno di trovare la via del gol in tutte le partite, ma questo non dovrebbe essere un problema.
Come non lo dovrà essere più lo snaturarsi, allontanandosi dalle proprie caratteristiche, perché quando questo non accade arrivano i punti; magari anche uno solo, ma arrivano.