Certo che tirarsi la zappa sui piedi quando tutto va storto è veramente il massimo. Della gravità però, perché quello andato in scena al Comunale domenica è un esempio di suicidio sportivo perfetto. Nel lasso di tempo in cui si è consumato si è generata un’altalena di emozioni caratteristica del miglior film drammatico: dalla gioia incontenibile del 92’, liberata dalla rete del 2-2 di Oldrini, al dramma del terzo gol del Casale siglato da Cardini appena 2’
più tardi. Una mazzata pesante e definitiva, perché non c’è stato nemmeno il tempo di mettere il pallone al centro e tentare l’ultimo disperato assalto alla porta nerostellata; recupero finito e tutti negli spogliatoi, con la consapevolezza di aver compiuto l’ennesimo harakiri stagionale. Questo 3-2 sentenzia senza possibilità di appello che la squadra non riesce ad essere tranquilla e lucida nei momenti chiave delle partite. Certifica che le Fenici sono vive, altrimenti non avrebbero pareggiato ancora una volta nei minuti finali, ma non ardono intensamente come sarebbe necessario per uscire da questa crisi. Hanno uno spirito che vacilla al minimo errore o alla prima situazione negativa, e che non riesce a trarre forza laddove invece dovrebbe: per esempio dal vantaggio di Anzano dopo 7’, a cui è seguita una tensione negativa che si è riversata sulla squadra rendendola frettolosa, imprecisa e a tratti impaurita dal venire raggiunta. Il vero nodo da sciogliere è quello mentale (ma non scopriamo certamente l’acqua calda). Un problema che poi si riversa a cascata sugli aspetti tecnici e tattici, facendoli naufragare, nonostante delle buone cose viste, dinanzi a errori che sono incomprensibili e inaccettabili per qualsiasi categoria. Andare a pressare in avanti dopo aver pareggiato nei minuti finali, per giunta sapendo che tipo di situazione si sta vivendo, è da masochisti. Lo ha detto Spilli in conferenza, ma prima lo avrà certamente urlato ai suoi negli spogliatoi. Anche perché dopo aver esultato per il 2-2 si era fatto sentire chiaramente dalla panchina: tutti dietro a difendere un punto prezioso, preziosissimo. E invece sappiamo tutti come è andata. Un altro passo indietro è stato fatto sotto il punto di vista del gioco; a Legnano si era vista una squadra veloce e precisa, mentre domenica c’è stato un solo lampo, il primo gol rossoblù. Poi lanci nel vuoto intervallati da pochissimi minuti di rinsavimento tecnico. E il campo c’entra poco; perché anche se è vero che non era dei migliori, non ha impedito al Casale di giocare meglio della Varesina, ma soprattutto come dovrebbe fare la Varesina: palla bassa e in velocità, perché quando le Fenici hanno giocato così sono arrivate le soddisfazioni. Domenica c’è la trasferta di Bra, dove bisognerà assolutamente battere un colpo: il tempo inizia a scarseggiare.