Quel giovane Jannacci a Sesto «Scusi, ma lei li sa fare i tanghi?»

VARESE E poi scopri che tra i primi ingaggi di Enzo Jannacci c’è anche Sesto Calende. In quel locale La Marna, il Circolo Dopolavoro Siai Marchetti, mitico locale sestese, il cantautore e cabarettista milanese fece una delle sue prime performance. I vecchi sestesi che lo frequentavano allora ricordano bene i cantanti famosi che passarono di lì: Gaber, Celentano, Jannacci e tanti altri. Il promemoria arriva da Roberto Caielli, ex sindaco, che ricorda la citazione di questa avventura sestense nel libro “Quelli

che…” scritto da Beppe Viola, giornalista Rai, che con Jannacci collaborò a lungo alla scrittura di diverse canzoni.
«Quando uscì il libro, allora ero sindaco, scrissi subito a Jannacci per ringraziarlo. Non ci sono parole che bastino a raccontare Jannacci, il suo genio, la sua poesia. Non basta una giornata intera a riascoltare le sue canzoni più belle, perché non sai dire quali siano. Ci vorrebbe un libro per raccontare tutti i suoi personaggi: Vincenzina, Veronica, l’Armando, il Palo della banda dell’Ortiga, il sodato Nencini, il partigiano di 6 minuti all’alba, gli zingari, Mario, Silvano, il ragazzo padre, Giovanni telegrafista, il Dritto, Prete Liprando, quello che prendeva il treno per Rogoredo, quello che portava i scarp del tennis, quello che lavorava al tornio e non c’aveva la biro, e tanti tanti altri, fino ai ritratti stranianti e incredibili di Quelli che…».
E immerso nei ricordi di un grande protagonista, Caielli ha ripreso il libro di Viola nel quale è riportato l’aneddoto sestese. Si racconta che Jannacci aveva cominciato a fare il musicista e il Pino, leggasi Beppe Viola, che ancora lavorava alla posta «convinse il primo caporchestra a prendermi senza rendersi conto del rischio che poteva correre».
Ci ricordiamo ancora oggi la telefonata da via Gentilino: “ma i tanghi, li fa i tanghi?”. E mi aveva fatto prendere al buio, rischiando grosso anche lui, al primo grosso ingaggio, inteso come permanente: giovedì, sabato e domenica pomeriggio e sera alla Siai Marchetti di Sesto Calende. Perché i poveri tra loro, se sono veri si aiutano”. Il riferimento è chiaramente al quel ritrovo del dopo lavoro dell’importante industria sestese palco di transito per molti artisti esordienti degli anni Sessanta-Settanta.

Una pagina di approfondimenti e ricordi sul giornale in edicola domenica 31 marzo

s.bartolini

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