– «Niente stage per lei, si candidi piuttosto per un lavoro». A 24 anni, studi conclusi, si è sentita rispondere così in Germania dove nei prossimi giorni tornerà, dopo aver archiviato giusto ieri la discussione ufficiale della sua doppia tesi, in videoconferenza da Varese con l’ Università di Jena.
Con sé porterà tutta la gioia del traguardo raggiunto. Ma anche la speranza di trovarlo davvero un lavoro.
Jasmine è una delle prime laureate dell’Insubria con in tasca un doppio titolo, che la fa figurare anche tra i laureati dell’Università di Jena, nota per essere una delle più antiche della Germania.
«Sono arrivata all’Insubria proprio con questo obiettivo – dice Jasmine – avere la possibilità di completare i miei studi ottenendo il doppio titolo e frequentando l’ateneo tedesco». Raggiungere il traguardo non è stato facile: per accedere a questo tipo di laurea specialistica è necessario infatti avere una buona media.
La sua prima “immatricolazione” da studentessa universitaria è stata a Milano, città dove vive e dove ha messo a segno la sua laurea triennale in Economia.
«Poi è arrivata la decisione di proseguire e l’Insubria mi offriva proprio quello che stavo cercando – spiega – Così non ho avuto dubbi: avrei frequentato il corso in International business presso il Geem del dipartimento di Economia».
Una della conseguenze? «Prendere il treno presto alla mattina –
dice sorridendo – e fare la pendolare al contrario, rispetto a tanti giovani varesini che studiano nel capoluogo lombardo».
«Quelle ore passate in treno sono state pesanti – dice – ma ne è valsa la pena». Per lei la frequenza delle aule varesina è durata un anno, poi si è aperta la parentesi tedesca, per un altro anno. «Ho vissuto con una ragazza musulmana, una tedesca e un’indiana: è stata un’esperienza bellissima e stimolante, anche se stare fuori casa ha le sue difficoltà».
A farle compagnia negli ultimi 12 mesi ci sono state gioie e dolori di piombare in una città universitaria multietnica, con una popolazione di 28mila studenti.
Oltre all’inglese Jasmine ha potuto mettere alla prova e perfezionare anche le sue conoscenze del tedesco e così ha giocato tutte le sue carte che, a 24 anni, sono ricche anche del giusto entusiasmo. «Tanto studio – dice – tanto impegno, ma anche tanta soddisfazione nel raggiungere i risultati».
A sostenerla nelle scelte ci sono sempre stati la famiglia e gli amici, compresa la più cara, che per la sua tesi si è mossa da Brescia con un giorno di anticipo. E proprio la tesi ha rappresentato il passo finale degli studi.
Un lavoro “confezionato”, in inglese e con metodo tedesco. Adesso Jasmine tiene la sua tesi tra le mani e traduce: “Innovazione e implicazioni nel settore fashion: teoria, prove e il caso Valentino”.
Un titolo che riassume la capacità di guardare in faccia alla crisi con l’occhio della sfida.
«In un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando – racconta – solo chi non smette di investire e di innovare ha la possibilità di andare avanti: insomma chi si ferma è perduto. Questo è quello che emerge dal mio lavoro e anche quello che ci insegnano i grandi dell’industria».
Lei, da parte sua, ha davvero deciso di investire e di innovare, mettendo in gioco la sua voglia di studiare e di guardare avanti. Come vede il suo futuro? «Tornerò in Germania per mettere a frutto quanto ho fatto fino ad ora e veder ripagati impegno e sacrifici».