Il ministero dello Sviluppo economico concede il via libera. L’amministrazione comunale si attiva ma la Radiotelevisione della Svizzera italiana (Rtsi) protesta e chiede il blocco.
Ha del paradossale la storia che si dipana tra Maccagno e la Svizzera.
Tutto, infatti, inizia lo scorso luglio quando, regolarmente, nel paese rivierasco inizia la ricezione, autorizzata, del segnale televisivo della tv elvetica.
La possibilità di godere dei canali della Rtsi, infatti, non è stata frutto di una “cattura avventurosa” nell’etere, ma di un vero e proprio impegno con i palazzi ministeriali romani per riavere legittimamente i canali televisivi svizzeri.
L’autorizzazione e il limite
«L’amministrazione comunale allora – chiarisce il sindaco – in collaborazione con la ditta Elva Srl di Arcisate (Varese), aveva deciso di fare le cose per bene. Dopo una’estenuante trafila burocratica, il Dipartimento per le comunicazioni del Piemonte e Valle D’Aosta del Ministero dello Sviluppo economico ci aveva, infatti, assegnato il canale 53 UHF a Maccagno. Il ripetitore è posizionato in località Cà di Sass a Cannobio (Verbania) e l’autorizzazione, per quanto sperimentale, ci è stata data. Con un solo limite: la possibilità di trasmettere esclusivamente nel comune di Maccagno».
Fino al colpo di scena delle scorse ore. Perché la direzione della Rtsi ha deciso di ricorrere in Italia proprio contro la decisione del Ministero dello Sviluppo economico.
L’azione da parte della Rtsi, si legge direttamente sul portale online dell’emittente, «si è resa necessaria, prima di tutto, in considerazione della politica applicata in casi analoghi e, d’altra parte, per opporsi all’illiceità di tale autorizzazione che potrebbe avere gravi conseguenze sugli accordi tra Rtsi e i fornitori di licenze di diritti radiotelevisivi in esclusiva per la Svizzera, in particolare per quanto riguarda sport e fiction inseriti nel palinsesto». Programmi spesso visibili prima in Ticino e solo successivamente nei canali italiani.
«Il provvedimento del ministero italiano non è mai stato discusso con la Rtsi – prosegue l’emittente – e per questo è stato impugnato chiedendo al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte l’immediata sospensione cautelare».
La perplessità di Passera
Perplesso il sindaco, Fabio Passera. «Io mi rapporto con le mie istituzioni – sottolinea – ed è sconcertante venire a conoscenza che il ministero italiano si sia mosso senza i necessari accordi internazionali. Avendo ricevuto un’autorizzazione ero certo che questa tenesse conto di tutti i fattori di legge e di tutti “gli attori” in campo. Sono certo che si troverà una soluzione di buon senso».
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