Questa è gioia. Poz, ora rapati

openjobmetis varese 93
vitasnella cantù 84

parziali: 21-15, 21-23, 24-17, 27-29

varese: Rautins 3, Daniel 13, Casella ne, Robinson 13, Lepri ne, Diawara 28, Testa ne, Okoye ne, Deane 14, Callahan 5, Kangur 16, Balanzoni 1. All. Pozzecco.

cantù: Johnson-Odom 22, Feldeine 19, Abass, Masperone, Bloise ne, Mbodj 3, Jones 14, Hollis 5, Buva 10, Gentile 2, Williams 9. All. Sacripanti.

arbitri: Vicino, Sardella, Di Francesco.

note – Spettatori 4.838, incasso 82.055 euro. Tiri da 2: Va 19/34, Ca 20/40. Tiri da 3: Va 11/29, Ca 11/26. Liberi: Va 22/34, Ca 11/18. Cinque falli: Kangur (V), Hollis (C).

Il «piccolo sogno» di Gianmarco Pozzecco si è trasformato ieri sera in una realtà più bella di qualunque fantasia. Come il brutto anatroccolo che diventa tutto d’un tratto cigno, Varese dimentica tutte le difficoltà e i dubbi del precampionato e si scopre d’improvviso vincente, in una serata speciale, meravigliosa, indimenticabile. Il Poz esordisce sulla panchina biancorossa battendo Cantù 93-84, in un PalaWhirlpool traboccante di pubblico e gioia, nel grande derby della prima giornata di campionato.

La Openjobmetis si presenta alla palla a due con in campo, finalmente, il quintetto base: con il capitano, Dawan Robinson, ci sono Rautins, Diawara, Kangur e Daniel. Ed è proprio il play statunitense a firmare i primi due punti della stagione biancorossa, seguito da Kangur, che infila nel cesto la tripla del 5-0.

La Vitasnella è macchinosa in costruzione e parecchio imprecisa al tiro, ma alcune amnesie incredibili impediscono ai ragazzi del Poz di prendere il largo nei primi minuti del match, con Feldeine che realizza addirittura il canestro da 3 dell’unico sorpasso canturino (8-10).

Varese, anziché subire il colpo, tenta la prima fuga infilando un parziale pazzesco di 11-0, ma non riesce a tenere il +9 fino al primo intervallo breve, perché Jones e Gentile tengono a galla Cantù (21-15). Riprende il gioco e con esso lo stato confusionale degli ospiti: Johnson-Odom perde subito una rimessa consumando i 5 secondi a disposizione e Diawara ne approfitta per suonare la carica.

Tecnicamente il match non offre uno spettacolo superbo, ma quel che conta è che i biancorossi volano, con Willie Deane – inserito fin dal primo quarto nelle rotazioni con Robinson e Rautins – che sale in cattedra e trascina Varese, due volte, fino al +12. Vantaggio che non dura, perché dalla lunetta sbagliamo davvero troppo e dall’altra parte c’è un certo Feldeine, che sfrutta perfino l’ultimo secondo del primo tempo per farci male, firmando sulla sirena la tripla del -4, sul 42-38.

Si ricomincia con i cinque di partenza dopo 20 minuti in cui il solo Callahan, oltre a Deane, ha messo piede in campo per dare sollievo ai lunghi. L’ala di passaporto italiano rientra subito su Daniel e piazza una tripla importante prima di lasciare a sua volta spazio a Balanzoni, che firma dalla lunetta il suo primo punto.

Diawara si fa perdonare con due canestri consecutivi le continue imprecisioni nei liberi, poi è Kangur a mettere dentro la tripla del nuovo +12 che fa esplodere Masnago.

Cantù torna a -7 e si fa male da sola: un tecnico alla panchina brianzola frutta un libero segnato da Deane e una rimessa casalinga dalla quale scaturisce la tripla di Diawara. Il francese si ripete allo scadere, annullando o quasi il minibreak di Buva, e Varese si affaccia all’ultimo quarto avanti 66-55.

L’euforia del +15, sul 73-58, fa alzare in piedi tutto il PalaWhirlpool, ad applaudire un buon Balanzoni, fuori per Daniel dopo uno spicchio di partita che è non è stato una semplice comparsata.

Due fiammate consecutive di Johnson-Odom scaldano il settore ospiti e preoccupano il Poz, che chiama a raccolta i suoi per un rapido briefing.

Masnago assaggia il gusto del trionfo più desiderato quando Kangur confeziona il +14, dell’arco, a 4’ dalla fine. Johnson-Odom tenta di rovinare l’apoteosi, ma da solo o quasi non può farcela. Il derby è biancorosso: il Poz esplode e con lui tutto il PalaWhirlpool. Alla faccia delle stellette regalate agli altri nei pronostici miopi.

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