Notte senza fine. «Farai fatica a dormire, è troppo che aspetti questo momento. Questa notte è troppo carica di ricordi. L’hai scoperto lungo le strade di casa, tra il Mortirolo e lo Stelvio, sul Pordoi e sul Gavia. Per gli altri gli eroi sono tutti giovani e belli, tu cerchi quelli con la faccia sporca di fango, con la pelle cotta dal sole. Quelli con le biciclette lustrate come nobili cavalli. Sei un instancabile guerriero, avrai vento in faccia e faccia al vento, salite infinite e discese a perdifiato per staccare anche la tua ombra. Per essere leggenda, per essere maglia rosa. Questa è l’emozione che ci unisce da cento edizioni, questa è passione, questo è amore infinito». Sono parole sussurrate, parole che raccontano una storia che appartiene a ciascuno di noi, un racconto che è nostro fin dal principio.
Queste sono le parole che hanno accompagnato il video di presentazione del 100esimo Giro d’Italia ieri, un video chiamato appunto “Notte senza fine”. Come senza fine sembrerà l’attesa che ci separa da oggi fino a venerdì 5 maggio, giorno in cui le biciclette partiranno da Alghero puntando verso Milano. Come le biciclette di quei 127 valorosi che nella notte del 13 maggio 1909, precisamente alle 2.53, solcarono le due ruote da piazzale Loreto, a Milano, verso Bologna.
397 chilometri. Vinse Dario Beni, ma quel Giro d’Italia se lo aggiudicò Luigi Ganna, varesino di Induno. Il primo Giro di 100 tornò a Varese. Ecco perché questa bellissima storia ci appartiene, perché da Luigi Ganna in poi, per nove volte il Giro ha decretato un vincitore di casa nostra. Ganna, Binda (5), Garzelli e Basso (2). Garzelli e Basso che ieri pomeriggio erano al Palazzo del Ghiaccio di Milano, in via Piranesi, per la presentazione di questa centesima edizione che solcherà tutta la penisola, isole comprese. Dalla Sardegna alla Sicilia, poi Reggio Calabria, Alberobello, Peschici, Foligno, Ponte a Ema, Reggio Emilia, Castellania, Tortona, Oropa, Bergamo, Canazei, Ortisei, Asiago, Monza, Milano.
Assieme a Basso e Garzelli, in sala c’erano tantissimi storici vincitori del Giro, da Ercole Baldini a Gianni Motta, da Felice Gimondi a Vincenzo Nibali, passando per Miguel Indurain, Gilberto Simoni, Giuseppe Saronni, Gianni Bugno, Paolo Savoldelli, Damiano Cunego. Cento anni raccontano tante cose, cambiamenti, rivoluzioni, guerre. Raccontano anche campioni che hanno entusiasmato e che non ci sono più, come Marco Pantani, che verrà giustamente omaggiato con un arrivo ad Oropa, in onore di una delle sue imprese più belle, nel 1999.
Dal 5 maggio al 28 maggio vivremo tre settimane uniche, indimenticabili, storiche, come è giusto che siano le tre settimane del centesimo Giro d’Italia. Un percorso difficile, che incanta, che afferma una volta di più la corsa rosa come evento ciclistico di riferimento, per tradizione e per tracciato, di gran lunga più interessante rispetto al Tour. Nella Rovetta-Bormio, di martedì 23 maggio, si tornerà sullo Stelvio scalandolo da due versanti, e sarà ancora Cima Coppi, ci sarà nella stessa tappa il Mortirolo. Più a sud, nella Majella, il Blockhaus, inaugurato nel 1967 da una vittoria del cannibale Merckx, ancora più giù l’Etna, già scalato nel 2011 con vittoria di Contador, dal versante di Nicolosi. In totale saranno sei le frazioni per velocisti, otto quelle di media difficoltà, cinque di alta difficoltà e due a cronometro (67,2 km totali) compresa la tappa di 28 km che chiuderà il Giro, dall’Autodromo di Monza al Duomo di Milano. Si proseguirà con la tradizione della cronometro dei vini, quest’anno è la Foligno-Montefalco, che celebrerà il Sagrantino. Si tornerà anche sul percorso del Lombardia, con la salita di Miragolo San Salvatore per poi arrivare a Bergamo, la città di Felice Gimondi, che il Giro lo ha vinto tre volte. Non mancheranno le Dolomiti, con il tappone da Moena ad Ortisei, corto ma con Pordoi, Valparola, Gardena, Pinei e Pontives da scalare.
Si celebreranno i campioni del passato e anche quelli del presente, per l’omaggio ad Ivan Basso dovremo aspettare il 2018 o il 2019, con un arrivo promesso a Cassano Magnago. Il centesimo Giro d’Italia non ci vedrà protagonisti quantomeno a livello di percorso, perché la provincia di Varese nel 2017 non verrà toccata dai corridori. Ma, per una volta, poco importa. Il centesimo Giro d’Italia sarà di tutti, di chi lo vedrà per strada, di chi lo vedrà in tv, del bambino che passa una notte senza fine per aspettare i corridori e del nonno che lo accompagnerà per strada ricordando Coppi e Bartali. Il centesimo Giro d’Italia racconta di noi, della nostra storia, delle nostre strade, della nostra passione. É veramente amore senza fine.