Qui, dove può nascere la speranza

Viaggio nel nuovo centro migranti a Madonna in Campagna. «Conosceteli e passerà la paura»

C’è aria di rinnovamento per KB srl, la cooperativa che in provincia gestisce circa 700 richiedenti asilo. Ha infatti da poco trasferito i suoi ospiti dalla centralissima via Beccaria – la stazione Fs per intenderci – a via Ranchet. L’insediamento è avvenuto un po’ in sordina, racconta la nuova responsabile del centro, anche per non attirare troppo l’attenzione del vicinato di Madonna in Campagna. Vicinato che già dopo due settimane dal loro arrivo però ha dato dei primi segnali positivi: «Qualche mattina fa – racconta la responsabile – ci hanno chiesto quante persone ospitavamo, poi ci hanno detto che li vedono dalle finestre compiere le loro faccende domestiche quotidiane, rifare i letti, piegare vestiti. Paiono tranquilli, sereni».

Divisi in camere da 4 o 6 posti letto gli attuali ospiti del centro sono 47 e a parte un gambiano provengono tutti dalla Nigeria. Sono ragazzi in media di 20/25 anni di cui una decina arrivati appena nell’ultimo mese: la maggior parte ha fatto domanda di richiesta d’asilo ed è in attesa dell’appuntamento milanese con la Commissione, una minoranza è già stata ricevuta ed aspetta il verdetto che può arrivare anche in diversi mesi, mentre alcuni sono in fase di ricorso dopo un primo “no” al riconoscimento dello status di rifugiato. Tutti frequentano settimanalmente la scuola di italiano al CPIA, unica sede che può fornire loro il certificato linguistico A1 o A2, che nei termini di valutazione in sede di Commissione può far pendere l’ago della bilancia.

Nel primissimo arrivo in sede, i profughi mandati dalla Prefettura vengono seguiti e assistiti per la compilazione dei vari documenti per l’asilo e vengono raccolte le loro storie personali. All’interno della nuova residenza incontrano molta solidarietà e condivisione dagli asilanti, senza discriminazioni. I nuovi luoghi come la mensa e la lavanderia sono già sostanzialmente funzionanti mentre gli spazi comuni sono ancora in fase di definizione.

«Quello che ancora manca e che vorremmo proporre ai cittadini gallaratesi però – dichiara la coordinatrice – è un’integrazione vera di questi giovani con la città, che tolga timori e paure spesso infondate. Noi ci impegneremo a proporre diverse occasioni di inclusione e abbiamo già molte idee. Inoltre al Comune proporremo l’elaborazione di un patto di volontariato coi Servizi Sociali che permetta ai richiedenti asilo di interagire positivamente nella società, senza creare in loro la frustrazione di sentirsi parcheggiati. Parallelamente chiediamo la partecipazione della cittadinanza attiva perché siamo cercando volontari che conoscano l’inglese, disposti ad aiutarli nell’apprendimento dell’italiano o anche ad organizzare attività ludico-educative».