Rino Scala è l’allenatore che dai 4 a i 13 anni ha plasmato e cresciuto l’olimpionico bustocco della ginnastica artistica Ludovico Edalli. Tanto lavoro, giornaliero, in palestra e ora l’emozione dell’approdo alle olimpiadi, non senza una bella «tirata d’orecchie» per una prestazione non alla sua altezza: «L’emozione è stata forte – ci racconta Scala – perché vedere andare alle Olimpiadi il ragazzino che ho cresciuto mi ha fatto un grande piacere. Purtroppo ho potuto vederlo solo in tv,
non sono stato mandato a Rio e mi sono dovuto accontentare. Quello che non mi è piaciuto è stato aver visto come ha lavorato in questa preparazione a Seveso. I due errori al cavallo e al corpo libero che non l’hanno neanche avvicinato al punteggio che è in grado di fare sono la dimostrazione che non è stato fatto quanto si doveva. Basti pensare che al campionato italiano che ha vinto l’anno scorso aveva fatto 88 punti, mentre quest’anno solo 81 e addirittura un settimo posto. È rimasto indietro. L’ho chiamato e l’ho sentito il venerdì prima della partenza e mi ha rassicurato che era in forma e che stava bene. Nella prova di valutazione a Seveso, prima della partenza, aveva fatto 85, ma è chiaro che il giudizio di in una palestra qui non è certo lo stesso delle Olimpiadi. Me l’ero proprio detto, con 85 qui farà 81 a Rio e così è stato. Se avesse fatto gli stessi 88 del campionato italiano che ha vinto sarebbe rientrato nei ventiquattro della finale. Ludovico è però contento dell’esperienza e il dubbio che ho è che non si renda conto che così com’è ora non basta. Sette punti in meno in sei mesi sono veramente tanti. Chiaro che non posso dirlo io e non può dipendere unicamente da lui, ma deve dipendere dalla Federazione e dal Direttore Tecnico». Sfornare campioni a Busto Arsizio dunque si può fare, ma questo non basta. Le strutture sono indietro anni luce e chi meglio di Rino Scala può portare questo fatto sotto gli occhi di tutti? «Lavorare con la città non è facile – avverte l’allenatore – La Pro Patria Bustese sta cercando in tutti i modi di realizzare questa benedetta nuova palestra perché siamo in uno spazio interrato con il soffitto alto 4 metri dove un Ludovico non potrebbe lavorare. Se avessimo avuto una palestra adeguata sarebbe stato tutto diverso. I ragazzi buoni crescono e ci sono ma oltre il metro e 60 non possono allenarsi qui. L’eccellenza della ginnastica a Busto c’è, e Ludovico ne è una prova, ma l’evoluzione tecnica di questo sport richiede strutture adeguate per poter competere. La nostra palestra è vergognosa e i nostri ragazzi devono andarsene da Busto Arsizio per poter continuare la propria carriera». Un appello da non lasciar cadere invano.