, imprenditrice responsabile dell’ong Manos sin Fronteras, è una testimone diretta del sisma. Oggi risiede a Gallarate, ma è marchigiana e ben conosce la paura del terremoto. Un timore al quale non ci si abitua mai. «Sono cresciuta a Spoleto e ricordo le scosse sismiche da bambina. Queste sono veramente forti».
Miriam ieri notte si trovava proprio a Spoleto e ha rivissuto gli incubi della sua infanzia. «Qui non sono stati registrati danni strutturali, anche se le scosse si sono avvertite da subito, a cominciare da quella delle 3.36 che è durata più di 2 minuti ed è stata fortissima, seguita da molte scosse che continuano. Vediamo nelle case mobili che si spostano, vetri che tremano e oggetti e soprammobili che cadono a terra. Alcuni bimbi sono stati trasferiti da Spoleto a Foligno per danni nel reparto di Pediatria».
Non è facile per Miriam descriverci la situazione di queste ore interminabili: «A Spoleto i turisti stanno facendo le valigie. C’è molta gente, giunta qui alla scoperta anche dei luoghi della fiction Rai Don Matteo. Dovete pensare che molte piccole frazioni che in inverno contano 30 abitanti in estate arrivano ad avere 400-500 abitanti. I centri più grandi passano dai 2000 ai 6000 abitanti grazie ai turisti, ai proprietari di seconde case o ai lavoratori emigrati che tornano a trovare la famiglia d’origine. Questo rende difficile il conteggio dei dispersi e delle vittime».
Le sensazioni che pervadono menti e cuori di chi è in quelle terre che tremano sono ben immaginabili: «La paura della popolazione è molto forte. Qui le notizie arrivano soprattutto grazie ai social come Facebook e Twitter perché molte località sono ancora isolate. Si scava a mani nude perché i soccorsi non riescono ad arrivare. Ci sono ponti sollevati e strade crollate e alcuni mezzi dei soccorritori e dell’esercito non si sono potuti avvicinare perché non abbastanza attrezzati e per il pericolo di nuovi crolli di gallerie e viadotti».
Attraverso le sue parole è chiaro come la tragedia abbia già raggiunto una portata molto superiore a quella descritta dai Tg: «Fonti non ufficiali qui parlano di centinaia di morti e di un numero imprecisato di dispersi, ma si cerca di non far dilagare il panico». Miriam però è coraggiosa e con Manos sin Fronteras è pronta a intervenire e a portare aiuto, «come già avvenuto per i terremoti dell’Aquila e dell’Emilia, dove abbiamo collaborato con vigili del fuoco, polizia municipale, protezione civile, organizzazioni sanitarie, appena sarà possibile raggiungere i luoghi più colpiti andremo con un gruppo di volontari. Aiuteremo soccorritori e popolazione con i trattamenti di Stimolazione Neurale, efficaci nell’alleviare la pressione psicologica, nel contenimento dell’ansia e per favorire l’aumento delle energie fisiche».n