Caro Jack, come vede il suo commento non solo non è stato cancellato ma abbiamo voluto pubblicarlo anche sul giornale.
Non capiamo benissimo quale nesso ci sia tra il suo ricordo legato a Vasco Rossi e il fatto di non riconoscere i diritti d’autore a persone che, come lei a quanto ci pare di capire, vivono di musica. Ma tant’è. In fondo stiamo parlando di canzoni. Cosa dovremmo dire, oggi, di certi testi al limite della legalità
del mondo rap? Non è una canzone a rovinare la condotta di una persona. Né un libro, o un film. Altrimenti dovremmo tornare alla censura dell’arte e magari pure all’Inquisizione.
Infine lei evidentemente si riferisce alle famose “dimissioni da rockstar” che Rossi diede qualche anno fa. Nessuna messinscena, caro Jack. Solo tanta ironia, come spiegato dalla stessa rockstar in più e più occasioni. Era il mese di giugno del 2011, Vasco qualche mese dopo si sarebbe sentito male sparendo per lunghi mesi e combattendo con qualcosa di più grande di qualsiasi nostra considerazione. Il cd successivo, “Sono innocente”, uscì il 4 novembre 2014, cioè tre anni e non tre mesi dopo.
Vasco Rossi si ama o si odia, e ne siamo ben consci. Evidentemente lei non accetta il seguito, unico in Italia, che Vasco possiede. Ha tutto il diritto di pensarlo, ma se ne faccia una ragione: basta voltare pagina, scrollare con il mouse o cambiare stazione radio anziché sfogare il proprio livore e macerarsi il fegato. Non crede?