Il parlamentare democratico porta il “caso” Radio Missione Francescana sul tavolo del Ministero delle comunicazioni.
Anche il Governo, quindi, ora è al corrente della sorte dell’emittente a cui, dopo una lunga battaglia legale con Radio Monte Carlo, è stato imposto di ridurre da tremila a 30 watt la frequenza principale 105,3.
Cosa che significa ridimensionare di circa l’80% il servizio, spegnendolo nelle zone di Busto Arsizio, Gallarate, Novara, Alessandria e Vercelli sino alla barriera autostradale di Torino.
«Il motivo che ha causato questa riduzione quasi totale è insito, originariamente, nel sistema mediatico italiano, che è confuso e concretamente poco controllabile – spiega fra , presidente dell’associazione Radio Missione Francescana – Per cui coloro che possiedono risorse, prestigio, competenze superiori si ritrovano avvantaggiati e determinano scelte e decisioni penalizzanti rispetto ai “deboli”».
È o non è questa un’ingiustizia? Marantelli giovedì ha portato a conoscenza del caso il sottosegretario alla comunicazione. Lunedì sarà raccolta altra documentazione, completa delle obiezioni espresse dai legali di padre Gianni Terruzzi. Tutti gli scritti saranno studiati a Roma con la massima attenzione.
«Ho intenzione di fare di tutto per fermare quella che per me è un’ingiustizia, non si può lasciare nulla di intentato dal punto di vista istituzionale. Da qui la scelta di informare il Governo – dice Marantelli – È vero che in questo momento vince la sentenza, ma farò il possibile per tutelare i diritti di Radio Missione Francescana, emittente che sento vicina per ragione affettive, per l’amicizia fraterna che mi legava ae che tutt’ora sento per padre Gianni».
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