Radon: un gas poco conosciuto che causa il 10% dei tumori polmonari

Il radon è un gas nobile radioattivo presente in tutta la crosta terrestre. Si trova nel terreno e nelle rocce in quantità variabile. Il suolo è la principale sorgente del radon.

Perché trattare la tematica radon? In quanto l’esposizione al radon è soprattutto un problema di salute pubblica, L’ISS ha stimato che in Italia il numero di casi di tumore polmonare attribuibili al radon è il 10%. Ciò nonostante, ancora oggi il radon è un argomento sconosciuto e sottovalutato. Ecco perché riteniamo essenziale promuovere ogni forma di informazione collettiva atta a sensibilizzare l’opinione pubblica verso questo argomento.

Come si diffonde

Il gas radon ha la capacità di raggiungere gli ambienti di vita migrando attraverso il terreno penetrando all’interno degli edifici attraverso le fessure, i passaggi dei vari impianti etc. attraverso l’acqua o per emissione dai materiali da costruzione (es. cementi pozzolanici).
La maggior parte del radon che inaliamo viene espirata prima che decada (ma una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e, quindi, negli altri organi), mentre i prodotti di decadimento, figli del radon, si attaccano alle pareti dell’apparato respiratorio e continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare il DNA delle cellule, soprattutto nei bronchi.

I danni per la salute

Il gas radon ha la capacità di raggiungere gli ambienti di vita migrando attraverso il terreno penetrando all’interno degli edifici attraverso le fessure, i passaggi dei vari impianti etc. attraverso l’acqua o per emissione dai materiali da costruzione (es. cementi pozzolanici).
Durante l’emivita del gas radon lo stesso si trasforma in una serie di nuclidi, i famosi figli del radon a emivita breve, i veri responsabili dell’impatto sanitario sugli esseri umani (ma anche sui nostri animali domestici) i quali si trovano ad inalare un aerosol radioattivo che si deposita nei polmoni.
La

maggior parte del radon che inaliamo viene espirata prima che decada (ma una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e, quindi, negli altri organi), mentre i prodotti di decadimento, figli del radon, si attaccano alle pareti dell’apparato respiratorio e continuano a decadere e a emettere particelle alfa che possono danneggiare il DNA delle cellule, soprattutto nei bronchi.
I principali danni per la salute legati all’esposizione al radon portano ad un aumento significativo del rischio di contrarre un tumore ai polmoni. È stato studiato che in Italia il 10% di questi tumori è causato dall’inalazione di radon.
Inoltre nel 2002 la facoltà di medicina e chirurgia «Magna Grecia» di Catanzaro ritiene che il rischio tra esposizione residenziale al radon e cancro del polmone nella popolazione generale è più elevato del 31% degli esposti a valori radon maggiore di 150 Bq/mc rispetto ai non esposti. Si evince che il rischio è statisticamente significativo anche per esposizioni prolungate a concentrazioni di radon medio-basse e non è possibile stabilire una soglia al di sotto della quale il rischio è nullo.

Come capirne la presenza

Il gas radon è un gas nobile inerte, elettricamente neutro, radioattivo, inodore e incolore pertanto è impossibile capire con i nostri sensi se siamo in presenza di radon o dei suoi figli.
Spesso la presenza di radon viene scoperta a seguito del suo impatto sull’essere umano causa di tumore polmonare. Per questo motivo è importante implementare il documento valutazione rischi aziendale con la valutazione rischi radon misurando l’attività presente negli ambienti indoor.
Una prima indicazione sulle concentrazioni prevedibili di radon nell’aria di edifici esistenti è fornita dalle carte nazionali. Il gas radon nella mappa italiana “Livelli medi di concentrazione del radon indoor in Italia per regione” evidenzia come le Regione più colpite siano Lombardia e Lazio. Ciò nonostante la mappa italiana radon non va considerata come esaustiva in quanto la concentrazione indoor varia molto dalla struttura della casa, dal n. di edifici misurati, dalla presenza di vespaio, dai materiali utilizzati etc.
In primo luogo occorre fare presente che non è possibile misurare direttamente il radon; la concentrazione di attività viene misurata in Becquerel per metro cubo (Bq/m3) con strumenti passivi e attivi.

fonte: ARPA Lombardia
fonte: Istituto Superiore di Sanità

La normativa di riferimento

Per poter stimare l’esposizione alle radiazioni ionizzanti del radon degli utilizzatori degli edifici prevalentemente al piano terra, seminterrato/interrato è necessario procedere ai sensi del Decreto Legislativo 31 luglio 2020, n. 101 (che in seguito definiremo come normativa radon), ad una misurazione annua con dosimetri ovvero strumenti di misura passivi di cui viene rilasciata analisi di laboratorio.
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 101 del 31 luglio 2020 sono stati abbassati i limiti tollerati di concentrazioni di gas radon ed è stato esteso l’obbligo delle misurazioni (della durata di un anno) di concentrazione radon sino al piano terra per abitazioni, luoghi di lavoro ed edifici pubblici, a precisi intervalli regolari definiti dalla norma.
In Regione Lombardia sono state emanate le linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor, orientate a promuovere interventi finalizzati anche al decremento delle concentrazioni medio/basse di radon – tenendo conto del rapporto costo/benefico – sia attraverso l’applicazione di tecniche di prevenzione ex ante (edifici di nuova realizzazione) sia attraverso tecniche prevenzione ex post (bonifica su edifici esistenti)per cui occorre fare riferimento ad un professionista abilitato che possiede le abilitazioni, la formazione e l’esperienza necessarie per fornire le indicazioni tecniche ai fini dell’adozione delle misure correttive per la riduzione della concentrazione di radon negli edifici. Esperto introdotto dal D.Lgs. n. 101 del 31 luglio 2020.

Nelle prossime settimane approfondiremo l’argomento con indicazioni più specifiche.

Erica Dalsass – esperto in interventi di risanamento