I tre egiziani si occupavano dei sopralluoghi e dei furti mentre i due italiani, madre e figlio titolari di un demolitore a Busto Arsizio, pensavano alla ricettazione: il lauto traffico di rame rubato dai cimiteri nelle province di Como, Varese e Milano è stato stroncato dai carabinieri di Turate che hanno arrestato quattro persone (il quinto è latitante).
I tre egiziani domiciliati a Gerenzano sono in carcere mentre i titolari dell’azienda di rottamazione sono stati messi ai domiciliari. I
furti che vengono contestati agli stranieri sono in totale otto: ai cimiteri di Grandate (il 20 gennaio), di Asnago di Cantù (il 24 gennaio), di Gerenzano, Busto Arsizio, Oggiona Santo Stefano, Gessate e Senago (due volte).
I carabinieri della compagnia di Cantù, che tenevano sotto controllo i movimenti degli egiziani da alcune settimane, la sera del 6 febbraio li avevano inseguiti in autostrada dopo un furto e la “corsa” si era conclusa con un incidente alla confluenza fra la A9 e la A8 a Origgio: uno dei due uomini era stato arrestato e l’altro era fuggito (ed è tuttora latiante, scappato in patria) mentre nell’abitacolo erano stati recuperati 500 chili di rame.
Le indagini, coordinate dalle procure di Como e Busto Arsizio, hanno portato poi ieri alla perquisizione nella sede di un demolitore a Busto Arsizio dove i carabinieri hanno ritrovato 2.300 chilogrammi di rame rubato nei vari cimiteri della zona e i titolari, madre e figlio, sono stati arrestati per ricettazione in concorso e messi ai domiciliari. I 3.000 chili di rame sono quotati nel mercato nero una cifra che si aggira intorno ai 20mila euro.
Guglielmo De Vita
g.devita
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