Varese sarà la prima tappa nel nord Italia di #Noncifermanessuno, il progetto che , famoso come inviato di Striscia la Notizia in Campania, sta promuovendo con il Centro di ricerca e servizi Impresapiens dell’università La Sapienza Roma.
Una ricerca sociologica, una community sul web, ma soprattutto un messaggio di speranza per la generazione dei ventenni che, troppo spesso, sembrano aver bisogno prima di tutto di credere in se stessi e nella possibilità di costruirsi un futuro, indipendentemente dal punto di partenza.
«È una cosa di cui mi sono reso conto durante alcuni incontri che ho tenuto in alcune università italiane – racconta Abete – Studenti di comunicazione, da cui mi aspettavo domande tecniche su come costruire un servizio per una trasmissione televisiva o come fare un montaggio efficace, mi chiedevano invece soprattutto come ha fatto un ragazzo di Avellino, piccola città di provincia, a fare un percorso lavorativo come il mio. Domande, insomma, più esistenziali che tecniche. Mi sono reso conto che i ragazzi avevano bisogno di fiducia, più che di nozioni».
Non didattica, quindi, ma speranza: questo è uno dei bisogni primari dei ragazzi, secondo Luca Abete. Da qui nasce il progetto che martedì 7 ottobre passerà anche dalla sede varesina dell’Insubria. «#Noncifermanessuno è un hastag, uno slogan, ma anche il senso dell’iniziativa – dice Abete – vogliamo dare importanza ai piccoli guerrieri quotidiani, alle storie di successo che popolano le nostre università».
Così il tour, che toccherà in tutto quindici atenei in tutta Italia, arriverà a Varese con un corner dove ritirare dei gadget ma dove anche lasciare la propria testimonianza video, raccontando la propria storia di piccoli successi quotidiani.
«Uno studente che si alza ogni giorno alle 6 del mattino per raggiungere l’università, e mantiene comunque una buona media, quello che lavora per non pesare sulle spalle dei genitori, quello che, dopo tanti anni di lavoro, ha deciso di riaprire i libri: sono queste le storie che cerchiamo» spiega Abete.
Sono previsti anche degli incontri, che non saranno delle normali lezioni: «Non voglio solo raccontare di me, voglio stimolare il dibattito tra i ragazzi, per capire cosa si aspettano dal mondo del lavoro, dal loro futuro».
Alla fine ci sarà anche un questionario da compilare, la parte strettamente connessa con la ricerca sociologica della Sapienza, per capire meglio lo “stato di salute” della speranza nel futuro degli universitari italiani.
Non è finita: il progetto ha degli sponsor che, però, non appaiono. «Abbiamo chiesto di non fermarsi al semplice “marchio”, come succede nelle normali sponsorizzazioni – spiega l’inviato di Striscia – ma opportunità per i ragazzi».
Così, ad esempio, la catena di alberghi Best Western o Tecnocasa garantiscono dei colloqui di lavoro, mentre radio 105 chiede ai ragazzi di proporre dei format radiofonici, per realizzare il migliore insieme ai giovani autori.
Varese sarà la seconda tappa del tour, la prima nel nord Italia: «L’Insubria è stata la prima università del nord a rispondere al nostro appello. Qui abbiamo subito visto l’entusiasmo giusto per portare avanti il nostro progetto».
Così, il 7 ottobre, gli studenti dell’Insubria saranno intervistati da Luca Abete, non per denunciare qualche scandalo locale, ma per scommettere sul proprio bene più prezioso: la capacità di guardare avanti.
Varese
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