CASTELLANZA Sono tracce ematiche fuori e dentro l’auto e il riconoscimento “certo” da parte di una delle sue vittime a incastrare l’uomo accusato di aver colpito a colpi di cric o di spranga due giovani, rimasti gravemente feriti, per una lite nata per un banale sorpasso azzardato all’alba della scorsa domenica a Milano.
G.G., 55 anni, residente a Cameri (Novara), noto alle forze dell’ordine per vecchi reati di resistenza e possesso di banconote false, è
stato fermato dalla polizia per tentato duplice omicidio.
Ha anche cercato di cambiare il proprio aspetto – è una persona di un metro e 83 centimetri di altezza descritto come robusto – tagliandosi i baffi e facendo una carta di identità nuova proprio stamattina. Particolari che hanno fattopresupporre agli investigatori il pericolo di fuga, rafforzando la decisione di trattenerlo.
Il presunto responsabile è stato scoperto – ha spiegato ieri sera in conferenza stampa il capo della Mobile, Alessandro Giuliano – grazie alle analisi ad ampio raggio delle immagini riprese da telecamere pubbliche e private. Grazie allo studio dei fotogrammi disponibili, prima le strade più vicine a viale Renato Serra sulla circonvallazione esterna della città – dove il fermato ha massacrato il castellanzese Antonio Ammirabile di 21 anni, e Francesco Patronella, di 19, il primo dei quali operato per una emorragia cerebrale e il secondo che ha riportato lo sfondamento della base cranica – si è capito che si era sulla pista giusta: si è vista la Yundai Atos grigia il cui guidatore ha litigato con i ragazzi a bordo di una Alfa Mito. Il cinquantacinquenne li ha accusati di averlo sfiorato – i due retrovisori si sono toccati – e quando le due vetture si sono fermate li ha massacrati.
Quindi è fuggito in direzione di viale Certosa, a qualche centinaio di metri: è proprio qui che la sua macchina è stata ripresa molto nitidamente tanto da consentire la lettura della targa. La vettura è intestata alla convivente.
Gli uomini della sezione «Reati contro la persona» della Questura – coordinati dal pm Maria Vulpio – hanno stretto rapidamente il cerchio, nonostante il lavoro da fare fosse imponente, e questo pomeriggio hanno interrogato l’uomo, disoccupato, che non ha opposto resistenza e che è stato riconosciuto, con certezza, da almeno uno dei due feriti. Si stanno cercando anche altre testimoni e si stanno eseguendo ulteriori riscontri, ma la polizia ritiene che allo stato dei fatti non vi siano dubbi sulla sua colpevolezza. Non è stata per ora trovata l’arma usata per la violenza. È stato accertato, invece, che era proprio sangue quello trovato all’esterno e all’interno della Atos e che subito aveva insospettito gli agenti.
s.bartolini
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