Sospetto caso di meningite a Saronno: diciassettenne ricoverata in ospedale nella tarda mattina di ieri. La giovane, studentessa residente in un comune del comasco, è grave ma stabile. I familiari sono stati immediatamente sottoposti a profilassi in via precauzionale.
La giovane, che risiede in un comune al confine con la provincia di Varese, è arrivata al pronto soccorso nella tarda mattinata di ieri. Lamentava febbre alta, nausea, mal di testa, dolori al collo: tutti sintomi che possono essere ricondotti sia a una forte sindrome influenzale, che alla meningite. A convincere i medici a fare immediatamente esami più approfonditi sarebbe stato lo stato di torpore nel quale la giovane versava al momento dell’accesso al pronto soccorso. E i medici ci avrebbero visto giusto e in tempi molto rapidi. Tempi che avrebbero permesso un intervento efficace. E fin da subito quello che poteva sembrare solo un sospetto si sarebbe trasformato in una quasi certezza: meningite.
Si tratta adesso di stabilire se si tratta di meningite pneumococcica o meningococcica. I referti delle culture eseguite saranno disponibili a partire dalla mattinata di oggi. Capire di quale ceppo meningitico si tratta è fondamentale. La meningite pneumococcica, infatti, non è virale. Non è infettiva, insomma, che è ciò che in questi frangenti preoccupa maggiormente oltre ovviamente alla sorte della ragazza. Il ceppo meningococcico, invece, al contrario è altamente infettivo. È virale. Per questa ragione, prima ancora di sapere con esattezza di quale ceppo si tratti, i familiari della ragazza sono stati sottoposti a profilassi così come prevede il protocollo in questi casi.
Qualora si trattasse di meningite pneumococcica il trattamento si rivelerebbe innocuo. In sintesi la profilassi sarebbe preventiva: nell’incertezza non danneggia. Qualora si trattasse di meningite meningococcica, al contrario, la profilassi si rivelerebbe provvidenziale. Salverebbe la vita di eventuali contagiati.
Ats ha predisposto l’applicazione del protocollo sui soli familiari della giovane per ovvie ragioni: se oggi gli esami indicheranno una meningite pneumococcica non sarà stata eseguita una profilassi ad ampio raggio. Se, al contrario, la meningite avesse origine virale saranno state curate per prime le persone che nelle ultime ore sono state maggiormente a contatto con la ragazza con il più alto rischio di contagio. Se gli esami determineranno un’infezione da pneumococco non sarà necessario eseguire la profilassi su altri. Se oggi le colture indicheranno un’infezione da meningococco, a quel punto, partirà l’indagine di Ats per rintracciare tutti coloro, compresi compagni di scuola e insegnanti, che sono stati a contatto con la ragazza.
L’incubazione è di circa 10 giorni: il tempo per intervenire c’é. Oggi dunque sarà il giorno della verità, mentre i medici invitano tutti a non farsi prendere dal panico. Non c’é alcun rischio di epidemia. La ragazza è ricoverata in terapia intensiva: è stabile e lotta per la vita.