Rapina da trecentomila euro Laveno ora chiama il prefetto

LAVENO MOMBELLO «È la prima volta che a Laveno succede un fatto tanto grave, è mia intenzione incontrare il Prefetto per capire che tipo di soluzioni si possono adottare per evitare che situazioni di questo genere possano ripetersi». Parola di sindaco. Graziella Giacon, primo cittadino di Laveno Mombello, ha espresso tutta la sua preoccupazione dopo la rapina in casa avvenuta in via Labiena nella notte tra domenica e lunedì ai danni di un barista lavenese.

«Trovarsi i ladri in casa – sottolinea il primo cittadino – non è per niente bello. Stiamo parlando di una persona immobilizzata a una sedia e imbavagliata. Un fatto preoccupante. È indispensabile, dopo quello che è successo, trovare soluzioni nuove per sostenere il lavoro delle forze dell’ordine che operano sul territorio. I carabinieri già adesso fanno quel che possono, sono presenti, pattugliano il territorio ma è necessario che si faccia uno sforzo ulteriore. Le istituzioni devono intervenire in qualche modo, vanno studiate nuove contromisure».

Il sindaco di Laveno ha già pronta la proposta da formulare al Prefetto: «L’idea – sottolinea – è quella di utilizzare sul territorio delle associazioni che possano contribuire al controllo della città. La formula va studiata insieme alla Prefettura, per questo motivo fisserò molto presto un incontro con il Prefetto». In attesa di capire che tipo di effetti potrà produrre la riunione con la Prefettura proseguono le indagini da parte dei carabinieri di Laveno, coordinati dalla Compagnia di Luino, sulle ricerche dei tre individui responsabili della rapina dell’altra notte. Nel Varesotto è caccia all’uomo.

Si tratta di tre uomini, forse stranieri che si erano introdotti nell’abitazione di un barista in via Labiena. I tre banditi lo avevano immobilizzato legandogli le mani e imbavagliandolo con un nastro adesivo. A quel punto, dopo averlo messo fuori gioco, i tre individui si erano dati da fare saccheggiandone l’appartamento. Stando ai primi accertamenti i rapinatori avevano fatto incetta di contanti, preziosi e opere d’arte. Nella loro azione predatoria si erano impossessati, tra l’altro, di circa una dozzina di quadri di gran pregio. Stando alle prime valutazioni la refurtiva complessiva potrebbe ammontare a circa 300.000 euro. Un bottino clamoroso.

b.melazzini

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