Frontalieri tartassati sul web. Un’analisi del sentiment sui social network, realizzata da tvsvizzera.it, mostra come un terzo dei commenti online sugli italiani che lavorano oltre confine sia negativo. E a parlar male dei nostri frontalieri non sono solo gli Svizzeri, che tutto sommato vedono il frontalierato come un arricchimento culturale.
Secondo una ricerca svolta sui social networks da “Voices from The Blogs” per tvsvizzera.it, oltre tre commenti dal Ticino su quattro sui frontalieri sono negativi.
/> Solo il 19% dei messaggi analizzati sul tema del frontalierato ha una connotazione positiva. Un dato che non sorprende affatto, soprattutto di questi tempi, in cui la ricerca di un’occupazione e di un salario più dignitoso ha spinto molti italiani a varcare il confine, scatenando le ire dei cugini elvetici.
Tanto che la Confederazione ha accolto la proposta di tassare il lavoro frontaliero con le aliquote italiane, rendendo sconveniente e scoraggiante l’impiego oltre confine.
Anche secondo l’analisi dei social network è emerso che il motivo principale di astio riguarda la convinzione che i frontalieri occupino posti di lavoro a scapito dei ticinesi. Nel 23% dei casi il ‘sentiment’ negativo è legato anche al numero, considerato eccessivo di lavoratori italiani che giornalmente varcano il confine: circa 60mila su 340mila residenti. Solo il 5% dei commenti negativi riguarda la tassazione.
Nel senso che non sono molti i ticinesi secondo cui i frontalieri pagano troppo poco al Fisco. Oggi agli italiani che lavorano in Svizzera viene applicata una tassazione molto bassa, una parte della quale, circa il 38%, viene poi girata al fisco italiano come ristorno.
Quello che sorprende di questa ricerca è il dato relativo ai commenti positivi.
Da questo punto di vista, la ragione principale di apprezzamento per i frontalieri non riguarda la loro importanza per l’economia ticinese (1,5%), ma la convinzione che la loro presenza sul territorio contribuisca a “creare cultura”.
Varcando la frontiera, cambia radicalmente anche il punto di vista e i commenti sui frontalieri sono di tutt’altra natura. Ovviamente i messaggi dei bloggers italiani sono di carattere positivo nel 68% dei casi, ma anche in patria il 30% dei messaggi ha valenza negativa. La convinzione principale, dalla nostra parte, è che i lavoratori siano sottopagati nel 20% dei commenti, indispensabili all’economia ticinese per il 18.5% dei post e per il 13.3% pagherebbero addirittura troppe tasse.
Un dato quest’ultimo in evidente contraddizione con l’unica motivazione di rilievo che spinge i lavoratori a varcare il confine.
Chi lavora in Svizzera è tendenzialmente percepito come un “privilegiato” dagli Italiani, rispetto ai lavoratori connazionali.
Per quanto riguarda invece la percezione del futuro dei frontalieri, sul web incredibilmente italiani e svizzeri concordano: la cuccagna sta per finire.
La maggioranza, da questa e dall’altra parte del confine, è convinta che lo status del frontaliere, legato fondamentalmente al suo reddito, stia per cambiare con la conseguente diminuzione del fenomeno del frontalierato.
Anche con un aumento delle tasse però, sia a livello cantonale che federale, la mano d’opera italiana per l’industria ticinese è e resterà sempre una risorsa per il Ticino.
Le due misure non avranno probabilmente l’effetto sperato, se non in termini di guadagno per i due Stati.
La ragione di maggior astio nei confronti dei frontalieri resterà la stessa. A fronte del cambiamento delle condizioni economiche probabilmente non cambierà lo stesso la percezioni dei nostri lavoratori oltre confine.