La stagione di Andy Rautins finisce qua: la guardia canadese non giocherà contro Roma, e non giocherà nessuna delle partite che separano Varese dalla fine del campionato. Gli esami a cui il giocatore è stato sottoposto non hanno lasciato speranze, anche se hanno strappato parecchi sorrisi all’entourage biancorosso.
Perché a un certo punto si era temuto che Andy avesse qualcosa di serio, tanto che l’aspetto sportivo era passato in secondo piano. Da qui i silenzi della società sull’argomento che al momento magari facevano arrabbiare ma che adesso assumono tutto un altro significato. Questa volta la gestione della comunicazione è stata perfetta.
Detto questo, c’è da capire cosa succederà: di certo c’è che la società è sul mercato per trovare un sostituto di Rautins. Uno che prenderà il suo posto da qui alla fine della stagione: e stavolta sarà davvero vietato sbagliare, perché la posta in palio è seria per davvero.
A Varese serve come il pane qualcuno che faccia canestro: con un Maynor ancora discontinuo, un Diawara che non ci vede più e gioca solo perché
ha due palle così, un Lehto tutto da conoscere e senza la guardia titolare diventa davvero durissima. E la sfida di domenica contro Roma sarebbe davvero una di quelle da vincere per iniziare a scacciare qualche fantasma di dosso. Non sarà facile: l’eventuale nuovo acquisto dovrà arrivare oggi per essere tesserato in tempo, e al momento l’ipotesi piiù probabile è quella che vedrà Varese in campo contro la squadra dell’ex Stipcevic con una formazione (ancora una volta) ampiamente rimaneggiata. E una cosa va detta: di errori, in quest’anno travagliato, ne sono stati fatti tanti. Ma un accanimento così scientifico e continuo della malasorte davvero non l’avevamo mai visto. Ne sono successe di tutti i colori e non ci resta che aspettare che il vento giri. Magari prima che sia troppo tardi.
Poi, c’è la questione Pozzecco. La nostra volontà è quella di parlarne il meno possibile, per rispetto nei confronti di chi oggi sta allenando la squadra e nei confronti della sua serietà. Attendiamo di conoscere dalla società le intenzioni sul suo ruolo e sulle mansioni che dovrà ricoprire in futuro, nella speranza che una decisione venga presa quanto prima. Perché lasciare le cose come stanno adesso, oggettivamente, non ha poi molto senso.
Vedere il Poz che si siede dietro alla panchina a vedere le partite come è successo a Trento, leggere le sue interviste nelle quali fa le bucce alla condizione atletica della sua ex squadra, pensarlo in un limbo nel quale non si sa cosa sia e che cosa faccia ci mette un po’ di tristezza. E non giova alla sua immagine, oltre che a quella della società.