MODENA – Nell’area del rave party di Modena sono state avviate le operazioni di sgombero. Gli agenti, con caschi e scudi, sono all’esterno del capannone mentre alcuni di loro trattano con gli organizzatori. Domenica il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva dato mandato al prefetto di Modena e al capo della polizia di “adottare ogni iniziativa per interrompere l’evento e liberare l’area al più presto”. I promotori dell’evento, al quale hanno partecipato migliaia di persone, avevano espresso l’intenzione di andare avanti fino a martedì.
Ma non è andata così, perchè forse per la prima volta il ministero ha tirato diritto, senza scendere a compromessi. D’altronde Piantedosi è stato nettissimo nelle sue intenzioni: “Via tutti, tolleranza zero”, ha intimato al prefetto di Modena. E così è stato, con buona pace degli organizzatori, che contavano di proseguire i bagordi per svariati giorni, forti dell’approccio più permissivo delle gestioni precedenti, forse più preoccupate di possibili scontri che della pericolosità dei rave in sè.
Polizia: “Edificio pericolante, va sequestrato”
Il rave party in un capannone abbandonato nella zona di Modena aveva preso il via sabato sera. Le operazioni di sgombero sono iniziate in maniera morbida: le forze dell’ordine hanno imbastito una trattativa con i partecipanti al rave. “Non entriamo, siamo qui perché l’edificio è pericolante e va posto sotto sequestro. Non siamo qui per voi, ma per la struttura che è pericolosa. Non entriamo. Non ci interessa cosa fate, noi siamo a presidio della struttura”, ha detto un funzionario di polizia rivolgendosi ai partecipanti.
Occupanti si allontanano
Quando le forze dell’ordine si sono avvicinate al capannone, dopo un primo momento di tensione, molti dei ragazzi presenti hanno lasciato l’edificio e si sono riversati in autostrada con i loro mezzi. Altri hanno iniziato a smontare le casse e le strutture usate per il rave. Durante i controlli, gli agenti hanno identificato oltre 600 persone.
Rave party abusivi, pronto il giro di vite
Piantedosi porterà in Consiglio dei ministri una prima bozza di provvedimento “per dare nuovi e più efficaci strumenti di prevenzione e intervento” sui rave. Si punta alla confisca di camion, furgoni, amplificatori e altre apparecchiature musicali usate dagli organizzatori dei raduni, a carico dei quali scatterebbe anche l’obbligo del ripristino dei luoghi danneggiati. Cambia quindi l’approccio del governo: in passato il premier Giorgia Meloni, da esponente dell’opposizione, così come anche il suo vice Matteo Salvini, avevano chiesto più volte le dimissioni dell’ex ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, “rea” di non aver fermato i raduni illegali che periodicamente si svolgono in Italia, come ovunque.