Regione Lombardia amplia le categorie di lavoratori che possono accedere agli appartamenti pubblici a canone concordato, includendo anche la polizia locale, al pari delle altre forze di polizia, dei vigili del fuoco e delle forze armate. L’obiettivo è favorire la permanenza degli agenti sul territorio, garantendo loro una maggiore stabilità abitativa.
Il provvedimento è stato approvato dalla Giunta regionale, guidata dal presidente Attilio Fontana, su proposta dell’assessore alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco. Oltre all’inclusione della polizia locale, le modifiche al regolamento regionale introducono importanti novità:
- Alloggi per i genitori separati o divorziati non assegnatari della casa coniugale.
- Possibilità di riservare abitazioni a infermieri e lavoratori del sistema sociosanitario per garantire la continuità dei servizi essenziali.
- Assegnazione specifica per disabili gravi o categorie socialmente fragili, attraverso avvisi dedicati.
L’assessore Franco ha sottolineato che queste misure puntano a semplificare i criteri di assegnazione e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione, in linea con il piano regionale Missione Lombardia. L’obiettivo è garantire risposte concrete alle esigenze abitative, adattandosi ai cambiamenti sociali in corso.
Nuove regole per le graduatorie
Oltre a queste misure, la revisione del regolamento modifica i criteri per l’assegnazione degli alloggi, privilegiando le condizioni di disagio abitativo e familiare rispetto all’anzianità di residenza. In particolare:
- I punteggi per la residenza non saranno superiori a quelli per il disagio abitativo e familiare.
- Anche chi ha un periodo di residenza minimo o inesistente avrà diritto a un punteggio.
- Maggiore punteggio per chi si trova in condizioni di sfratto o difficoltà economica.
L’obiettivo è garantire una maggiore equità nell’assegnazione degli alloggi, riducendo il rischio di esclusione per chi si trova in situazioni di grave disagio.