Forse è arrivato il momento che Matteo Renzi dica chiaro e tondo che c’è solo un uomo in grado di sistemare le cose di questo malandato paese: si chiama Matteo Renzi. Esca fuori allo scoperto rinunciando a tenere questo comportamento ipocrita nei confronti del povero Letta che lui finge di sostenere paventandone, in realtà, la permanenza a Palazzo Chigi.
Il sindaco di Firenze piace da matti alla nostra borghesia perchè si propone come l’ennesimo demiurgo semplificatore che punta ad un regolamento di conti non solo con l’apparato del proprio partito, ma con l’intero sistema politico italiano che lui, e solo lui, sarebbe in grado di riformare se solo il paese gliene desse la possibilità. Matteo Renzi è una delle tante varianti, sorte per gemmazione, da quella che comunemente viene definita “antipolitica”.
Che cosa essa sia esattamente, non è dato saperlo. Per una cariatide schifiltosa come D’Alema, antipolitica e qualunquismo sono la stessa cosa. Ma non manca chi non veda nell’antipolitica uno dei tanti sintomi di un corpo sociale sempre più irrequieto e insofferente nei confronti del quale il ceto politico denuncia un grave deficit di rappresentatività. Insomma, Matteo Renzi cavalca a modo suo, Con mezzi meno dozzinali e grossolani di Grillo e Di Pietro, questa onda anomala che si è abbattuta sulla politica italiana da circa un ventennio. Il berlusconismo è il terreno di coltura ideale per il fiorire di questo florilegio di populismi piccoli e grandi.
Il sindaco di Firenze rappresenta il futuro del nostro paese. Visto che è lui stesso ad annunciarcelo, stiamo aspettando che la smetta di magnificare le sue prodezze in terra fiorentina (asili nido et similia) e ci racconti come intende risolvere la crisi fiscale dello Stato sociale, come intende abbassare la pressione fiscale che, da vessatoria, sta diventando confiscatoria, come intende rilanciare l’occupazione e abbattere il debito pubblico.
Ma poi, ci dica cosa ne pensa di quel capitalismo ignobile, rappresentato dal capitalismo finanziario, che sta uccidendo il capitalismo nobile, rappresentato da chi produce beni e servizi senza collocare i profitti nei paradisi fiscali, pagando le tasse e misurandosi quotidianamente con un costo del lavoro e del denaro che non lascia scampo. Le banalità e le battute ad effetto del discolo che vuole appiccare il fuoco all’accampamento non servono più.
Dopo un ventennio di panzane del Cavaliere, serve un politico serio che non indulga allo spettacolo ma che sia in grado di instillare un po’ di serietà in questa paese che sta affondando. La nostra borghesia faccia ammenda di tanti errori compiuti nel passato e, prima di affidare il paese a Renzi, gli chieda di rinunciare a fare il Giamburrasca.
Il Paese vuole una svolta che sia di concretezza, compostezza e serietà, lo fissi bene a mente Matteo Renzi se non vuole fare la fine del Grande Illusionista di cui sembra essere il successore naturale anche se, per uno scherzo della vita, sembra essere nato dalla parte sbagliata.
Antonio Dostuni
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