«Che Renzi fermi le scartoffie». Con queste parole il presidente Anci della Lombardia, Attilio Fontana, risponde al presidente del consiglio, Mateo Renzi, attraverso l’Ansa.
Nella giornata di ieri, infatti, il premier ha lanciato a Trento la proposta chiamata “Sblocca Italia”, che sollecita i sindaci a scrivere a Palazzo Chigi per spiegare quali sono i problemi locali. «Effetto immediato dello “Sblocca Italia” – ha spiegato Renzi – è che sia possibile operare sul singolo bene, nel rispetto delle norme, ma magari con un norma ad hoc per superare i vincoli, e sbloccare gli interventi fermi da 30 o 40 anni. Questo può dare un valore di fiducia e speranza al Paese”. E tutto partirà dalla richiesta di “segnalazione di procedimenti e interventi fermi” che arriverà ai sindaci»
Ma Fontana boccia l’intervento fatto dal Premier e prontamente risponde, definendo la proposta fatta da Renzi «curiosa, visto che l’attuale presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha fatto il sindaco fino a poco fa e per 5 anni, quindi dovrebbe conoscere alla perfezione quello che solleciteremo». Il presidente lombardo dell’Anci parte dagli aspetti burocratici, da lui definiti una «zavorra per l’attività quotidiana di un sindaco». Per poi passare all’annosa questione dei vincoli imposti dal patto di stabilità, da tempo uno dei cavalli di battaglia non solo di Fontana ma della maggior parte dei sindaci lombardi, «passando per le lentezze croniche della pubblica amministrazione, cose sotto gli occhi di tutti, come anche i permessi che ogni volta debbono essere rilasciati da 10 enti diversi».
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