Rep. Ceca, mercato del sesso travolto dalla crisi


Praga, 4 lug. (Apcom)
– La crisi in Repubblica ceca comincia a
farsi sentire in maniera particolarmente pesante sul mercato del
sesso, un settore sommerso della economia di questo paese nel
quale, secondo stime dell’Ufficio statistico nazionale,
esercitano nove/diecimila donne e che genera un fatturato annuo
di quasi dieci miliardi di corone (circa 400 milioni di euro).
In Repubblica ceca la prostituzione non è stato mai legalizzata,
ma l’esercizio di questa attività gode di un atteggiamento di
distratta tolleranza da parte delle autorità.

A farsi sentire è in primo luogo il minor numero di turisti stranieri in arrivo. Quest’anno in Repubblica ceca si calcola che l’afflusso di visitatori dall’estero sia calato già del 17% rispetto alla prima metà del 2008. In una situazione di questo genere è inevitabile che diminuisca anche il giro d’affari dei numerosi locali dove in questo paese la prostituzione viene esercitata e dove i turisti stranieri costituiscono la clientela più frequente. Soprattutto a Praga e nella zone vicine ai confini con l’Austria e la Germania. Un calo anche della metà del fatturato hanno avvertito quest’anno i locali dedicati della Boemia occidentale, la regione della Repubblica ceca che confina con la Baviera.

La clientela diminuisce e spesso non rimane che la politica degli sconti. Uno dei più noti club di Praga, a poche decine di metri dalla Piazza Venceslao, pratica sconti del 20% sui listini del bar. Compreso nel biglietto d’ingresso, 200 corone (circa otto euro), una bibita o una birra da consumare e uno show erotico al quale assistere. Per chi poi decide di intrattenersi per più di un’ora con una delle ragazze, al prezzo di 2.500 corone (poco meno di 100 euro), la direzione offre una bottiglia di vino spumante gratuito. “Un tempo qui gli italiani erano di casa. Ora se ne vedono molto, molto meno” afferma Marek, un giovane che staziona sulla piazza Venceslao nel tentativo di attirare clientela nel locale poco distante.

Politica degli sconti anche da parte di chi esercita più
discretamente in privato, un tipo di prostituzione al quale si
rivolge soprattutto la clientela locale ceca, più riservata e
spesso con minore disponibilità di spesa. “Tariffe da tempo di
crisi, a partire da 500 corone” scrive una certa Monika su
Annonce, il giornale di inserzioni gratuite di Praga. Cinquecento corone equivalgono a meno di venti euro, per mezz’ora nel suo appartamento, un palazzo prefabbricato nella periferia cittadina. Si sa di donne che pur di sbarcare il lunario, accettano il pagamento anche coi classici buoni pasto che le aziende offrono ai loro dipendenti.

Gus

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