Ricerca Dna non allungherà vita ma certo la migliorerà


Venezia , 21 set. (Apcom)
– La ricerca sul Dna porterà a migliorare “la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie”. La sintesi della tre-giorni su ‘Il Futuro della scienza’ dedicata quest’anno alla ‘Rivoluzione del Dna’ e del segretario generale della Conferenza Chiara Tonelli. “L’obiettivo – spiega ancora – non è un ulteriore allungamento della durata della vita”, che ha già quasi raggiunto il suo tetto, “ma far sì che si possa vivere bene, in salute, tutto il tempo”, possibilmente fino all’ultimo. In un futuro forse non troppo lontano, si potrà così immaginare di controllarsi con un unico esame del sangue che fotograferà tutto il nostro stato di salute, indicando per esempio anche il principio di un tumore. “La maggior parte delle malattie – riassume ancora Chiara Tonelli – se diagnosticata precocemente può essere non solo curata ma guarita”.

In tema di prevenzione, per esempio, con la genetica si può pensare di creare alimenti non solo mirati ad alleviare la fame nel mondo ma anche che aiutino a prevenire l’obesità, come il pomodoro viola come una melanzana, ottenuto aggiungendo antociani, pigmenti presenti , per esempio, in fragole, mirtilli e ciliegie, che la ricerca condotta fino ad ora solo su topolini, con gli umani si sta iniziando, sta identificando come armi anti-obesità oltre che come potenti antiossidanti in grado di combattere le infiammazioni alla base di alcune malattie croniche.

E per la cura? La domanda che alleggia è quando la ricerca sul Dna sarà in grado di curare i diversi tumori. “I tumori – sottolinea il genetista Edoardo Boncinelli – non sono le uniche malattie esistenti, anche se la la loro probabilità cresce con l’aumentare dell’età. Certamente il genoma ha spianato la strada ed ha aumentato la velocità per la ricerca su questa malattia, tenendo presente che non si tratta di una patologia unica ma di almeno duecento tipi: saremo in grado di affrontarne alcuni presto,

altri tra qualche anno, altri ancora ci faranno penare. Non se ne può parlare – mette in rilievo – come si trattasse di un unico problema. la ricerca sui tumori – sottolinea – è comunque ben finanziata persino in Italia”. Anche l’oncologo Umberto Veronesi, presidente della Conferenza e fondatore dell’Istituto europeo di oncologia, racconta come nella sua creatura ci siano cinquecento persone al lavoro sul tema.Quando si avranno dei risultati? Il Dna, sintetizza, ha fatto fare notevoli balzi in avanti. Ma è presto per sbilanciarsi su tempi precisi.

Sib

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