La situazione attuale del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese riflette un cambiamento significativo rispetto al periodo pre-pandemico. Ogni mese circa 4.500 persone vi accedono, con una media giornaliera di circa 140 ingressi. Sebbene il numero complessivo sia calato durante la pandemia, si sta nuovamente avvicinando ai livelli pre-Covid. Un elemento che oggi contraddistingue l’afflusso è la riduzione delle differenze stagionali: l’estate e l’inverno non registrano più l’evidente picco di accessi che caratterizzava i mesi più freddi.
La sfida di una popolazione sempre più anziana
Un altro aspetto rilevante è legato alla composizione demografica dei pazienti. Come sottolineato dal responsabile del Pronto Soccorso, Massimo Bianchi, la provincia di Varese detiene la percentuale di popolazione geriatrica più alta d’Italia. Questo influisce direttamente sui numeri di ricoveri, che raggiungono una media di 800 al mese, pari al 18% degli accessi totali. Si tratta principalmente di pazienti anziani con patologie multiple, che necessitano di un approccio clinico complessivo e di una gestione accurata.
L’ostacolo dei ricoveri e le sfide logistiche
Uno dei principali problemi del Pronto Soccorso è il cosiddetto “collo di bottiglia” per il trasferimento dei pazienti nei reparti. Nonostante i lavori in corso per aprire una “admission room” al terzo piano, dove i pazienti in attesa di ricovero potranno sostare in spazi dedicati, la realtà attuale è che ogni giorno circa 40 persone attendono di essere ricoverate. Il compito di trovare un posto letto spetta al bed manager, una figura cruciale che gestisce l’appropriatezza dei ricoveri, ma il numero limitato di posti letto rende il processo complesso e spesso lungo.
Nel frattempo, per alleviare la pressione, alcuni interventi strutturali sono stati avviati all’interno del Pronto Soccorso. Sono stati eliminati i famigerati spazi della “barellaia” e sono stati installati divisori per garantire maggiore privacy e sicurezza ai pazienti. Nuove barelle, dotate di prese per la ricarica dei dispositivi mobili e luci per la lettura, hanno sostituito i modelli precedenti. È stata anche creata una sala per la pulizia e l’igiene dei pazienti e un nuovo spazio chirurgico, mentre per gli infermieri è atteso un bancone che faciliterà il monitoraggio continuo dei pazienti. Tuttavia, nonostante i miglioramenti, è ancora frequente vedere pazienti “appoggiati” nei corridoi, in attesa di trasferimento nei reparti.
Codici minori e personale amministrativo: risorse per snellire il sistema
Per gestire meglio i flussi, l’Ospedale di Circolo ha riattivato l’ambulatorio per i codici minori. Questa esperienza, già sperimentata in passato, ha avuto successo nel decongestionare il Pronto Soccorso, permettendo una gestione più rapida dei casi meno gravi e riducendo così i tempi di attesa. Inoltre, è stato potenziato il personale amministrativo, soprattutto per curare la comunicazione con i familiari dei pazienti in osservazione. Questo ha permesso di sgravare il carico degli infermieri, che si possono così concentrare maggiormente sulle emergenze.
Un ospedale nato piccolo per un bacino d’utenza vasto
Il problema strutturale dell’Ospedale di Varese emerge in modo evidente: nato con una capacità limitata, l’ospedale si trova oggi a dover gestire un bacino d’utenza vastissimo, essendo un hub regionale. La carenza di posti letto rappresenta il cuore della questione, con reparti sovraffollati e un Pronto Soccorso che deve far fronte a lunghi tempi di attesa per i ricoveri. Il turnover nei reparti, seppur normale, fatica a rispondere all’alto numero di pazienti che necessitano di cure.
Le sfide future e la speranza di un miglioramento
La gestione dell’Ospedale di Circolo di Varese si trova di fronte a sfide imponenti. Nonostante i miglioramenti infrastrutturali e gestionali in corso, resta chiaro che per risolvere le criticità attuali serviranno interventi più strutturali e a lungo termine. Gli addetti ai lavori non si illudono: ci vorranno probabilmente anni per riportare il sistema a una piena efficienza. Tuttavia, la direzione intrapresa sembra essere quella giusta, e con ulteriori investimenti e riorganizzazioni potrebbe essere possibile migliorare significativamente la qualità del servizio offerto ai cittadini di Varese e delle province limitrofe.