Matteo Inzaghi domenica sera era davanti alla tv (non la sua Rete 55) a vedere la partita di Pesaro. E a incazzarsi, come tutti i tifosi biancorossi, per quel quarto periodo disastroso nel quale Moretti e i suoi hanno gettato via tutto quanto.
Non parlo di cose tecniche perché non ne ho le competenze. Parlo di persone e di uomini, parlo di aspetti emotivi.
Secondo me, manca il regista. E, ripeto, non parlo di tecnica o di giocatore: non punto il dito contro nessuno. Dico solo che manca il regista, e mi riferisco alla Settima Arte. Al cinema.
C’entra sempre. Immaginate che per iniziare a fare un film si presentino dieci attori, magari bravissimi. Poi un costumista e un addetto alla fotografia. E uno scenografo e un operatore. Però non arriva il regista. Ecco, il film non si può fare.
L’abbiamo visto a Pesaro: giocatori e allenatore non sapevano cosa fare e dove andare. E non è colpa di Moretti, sia chiaro: nemmeno lui ha riferimenti, nemmeno lui sa dove andare.
Semplice: ci si salva. Questo me lo auguro io e se lo augurano anche tutti quelli che hanno davvero Varese nel cuore. Perché dei gufacci che sperano vada tutto male per poi dire “l’avevo detto” non sappiamo che farcene. E poi…
E poi restituiteci la nostra Pallacanestro Varese, perché ce l’avete portata via. Fino a qualche anno fa, per quanto mi riguarda, aspettavo la domenica un po’ come si aspetta il momento in cui si va a letto per leggere una pagina del libro preferito. Ecco, questo splendido senso di attesa adesso si è perso, ed è la cosa che manca di più.
Ricordarsi che questa è la patria del basket: la gente al palazzetto ci va, sempre e comunque. Ma questo amore immenso va ripagato, dando la sensazione che essere a capo della Pallacanestro Varese sia un onore, non un onere come sembra adesso. Il presidente della Pallacanestro Varese dev’essere come il sindaco della città: orgoglioso di rappresentare la sua società.
Io credo che Cecco Vescovi sia la persona giusta da chiamare. Per Varese si taglierebbe le vene, e ne uscirebbe sangue biancorosso. Non sono convinto di poter dire la stessa cosa per gli attuali dirigenti.