«Riesumate il corpo di Lidia Macchi»

Depositata al gip la richiesta del sostituto pg Carmen Manfredda. La decisione entro la settimana. La famiglia aveva dato il consenso, come estrema ratio. Si spera di trovare eventuali tracce dell’assassino

– Omicidio : la procura generale di Milano chiede la riesumazione del corpo della giovane scout. La richiesta firmata dal sostituto procuratore , che coordina le indagini, depositata al gip di Varese.
Il giudice per le indagini preliminari non si è ancora espressa sull’accoglimento o meno della richiesta del sostituto pg che è stata notificata anche ai difensori di , 49 anni di Brebbia, arrestato lo scorso 15 gennaio con l’accusa di essere il presunto assassino di Lidia,

uccisa a 20 con 29 coltellate, il 5 gennaio 1987.
Il cadavere della studentessa di giurisprudenza era stato ritrovato il 7 gennaio accanto alla Fiat Panda della giovane nei boschi Sass Pinì di Cittiglio. La famiglia Macchi, che da 29 anni attende con dignità estrema di conoscere la verità sull’omicidio di Lidia, già la scorsa estate aveva depositato il consenso per la riesumazione del corpo della giovane quale ultima ratio per eseguire eventuali accertamenti che potessero portare all’identificazione dell’autore di un delitto che è una ferita aperta.

La madre di Lidia, , subito dopo l’arresto di Binda gli aveva rivolto un appello da madre vera: «Se sei stato tu confessa e liberati la coscienza. Risparmiaci il dolore della riesumazione». , avvocato dei Macchi, aveva parlato di «ultima possibilità per verificare l’esistenza di elementi che possano portare alla verità. Non vogliamo lasciare nulla di intentato». Binda dal 15 gennaio ha sempre dichiarato la propria innocenza. Ha affrontato un incidente probatorio durato quasi 16 ore durante il quale sono stati sentiti sei dei suoi vecchi amici chiamati a raccontare di quel drammatico gennaio. «Non è emerso – aveva commentato il 15 febbraio , difensore di Binda al termine dell’incidente probatorio fiume – nessun nuovo elemento a carico del mio assistito. Anzi alcuni toni si sono addolciti». Lo stesso giorno era stato sequestrato su ordine della procura generale il parco Mantegazza dove Binda, secondo una testimone, pochi giorni dopo il delitto avrebbe buttato un misterioso sacchetto di carta. Anche qualora si fosse trattato dell’arma del delitto, ammesso che Binda sia l’assassino, sarebbe quasi impossibile ritrovarla dopo 29 anni o ritrovarla con ancora qualche traccia utile.

La procura generale ha quindi deciso per la richiesta di riesumazione al gip. Riesumazione che sarà eseguita, qualora il gip accogliesse le istanze del sostituto pg, con la forma dell’incidente probatorio.Tutte le parti nomineranno i loro periti ed esiti e riscontro del nuovo esame del cadavere saranno cristallizzati e diventeranno parte di un eventuale processo. Per ovvie ragioni l’esame sul cadavere dovrà essere unico e irripetibile in caso di accoglimento della richiesta da parte del gip. Al momento non è nota la tempistica, ma il giudice per indagini preliminari prenderà una decisione, in un senso o nell’altro, entro il termine della prossima settimana. In caso di accoglimento della richiesta serviranno poi i tempi tecnici necessari per il conferimento degli incarichi ai periti.
Anche con la riesumazione il rischio è quello di non riuscire a trovare tracce biologiche appartenenti allo stupratore e assassino di Lidia a causa del tempo trascorso dal delitto. Una speranza potrebbe essere rappresentata dai peli pubici che hanno tempi di decomposizione superiori a quelli dei tessuti molli.