Sono stati riesumati ieri mattina dal cimitero di Carbonate, nel Comasco, i resti di Giuseppe Conte, il tradatese di 59 anni deceduto nell’ottobre del 2012 per cause misteriose.
La famiglia dell’imbianchino, oltre che talentuoso cantante del piano bar, in primis il figlio che vive a Tradate, vuole che si faccia chiarezza sulle cause del decesso. Il Pm di Busto Arsizio,, ha accolto l’istanza dell’avvocato della famiglia, di Cislago, promuovendo l’autopsia che verrà effettuata nelle prossime ore. «A questo punto – dice il legale – il consulente del Pm si è riservato 60 giorni per redigere la sua relazione. L’auspicio è che i resti siano conservati tanto da poter effettuare gli esami,
ma da quello che abbiamo appreso pare che ci sarebbero i fattori per indicare le cause del decesso. Mi aspetto, come ho già ribadito più volte, che venga fatta luce sull’evento storico. Se dovessero emergere delle responsabilità da parte del personale medico bene, altrimenti in caso contrario ne prenderemmo atto e ce ne faremo una ragione. Ma vogliamo avere piena chiarezza di quello che è successo a quel giorno. Nessuna incertezza sulle cause della sua morte».
Per tutta la mattinata di ieri il personale della Procura di Busto, i carabinieri della stazione di Mozzate si sono occupati delle operazioni di riesumazione del cadavere. Giuseppe Conte morì in circostanze poco chiare meno di due anni fa. La sua passione era il canto e la musica, tanto da averla fatta diventare quasi un lavoro. Spesso faceva delle serate. Capitò anche in quel drammatico giorno. Durante una pausa accusò una forte fitta al collo, poi un’altra. A quel punto decise di tornare a casa, visto che non si era sentito bene, ma sulla strada perse i sensi. Un’ambulanza intervenne e lo trasportò in ospedale a Castellanza. Vi restò fino all’una e mezza di notte, ma secondo la famiglia e l’avvocato che la rappresenta, il personale medico avrebbe trattato il malore non come una patologia cardiaca anche se la sintomatologia era quella di un infarto. La mattina successiva tornò all’ospedale, ma fu dimesso in codice bianco, senza nessun tipo di controindicazione. Nel pomeriggio, dopo pranzo, andò a riposarsi perché si sentiva stanco, ma non si risvegliò mai più. Ora la famiglia vuole avere risposte precise su quello che accadde quel drammatico giorno.
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