Rifiuta massaggi “hard” e loro lo sequestrano. Tre cinesi sono nei guai

L’uomo è stato anche picchiato

Lo hanno rinchiuso all’interno della sala massaggi per quasi un’ora perché si era rifiutato di ricevere una prestazione sessuale. Un massaggio a luci rosse che non aveva richiesto e che quindi non intendeva pagare. L’incredibile vicenda arriva da Busto Arsizio. Sì perché il cliente del centro benessere si era fatto un giretto all’interno della struttura gestita da cinesi con l’intenzione di ricevere un vero massaggio per la schiena dolorante. Aveva le migliori intenzioni, ma all’interno della struttura si è trovato di fronte a una situazione estremamente imbarazzante. Quello che doveva essere un massaggio per il benessere della muscolatura si è trasformato in un trattamento “hot”. O almeno si stava trasformando in qualcosa di molto più “caldo”, ma il cliente, intuendo quali fossero le vere intenzioni della massaggiatrice, si è subito tirato indietro con sdegno.

A quel punto la situazione si è fatta molto concitata. Secondo la ricostruzione investigativa, infatti, a seguito del rifiuto dell’uomo, di sottoporsi alla prestazione sessuale, ma anche rispetto alla pretesa del pagamento di un massaggio (in realtà non eseguito), il cliente sarebbe stato prima minacciato e spintonato dalla direttrice del centro per poi essere minacciato con un martello da lavoro dal titolare dell’attività. A quel punto la situazione avrebbe raggiunto punte ancora più paradossali e inquietanti: il cliente sarebbe stato chiuso a chiave all’interno del locale massaggi. Un luogo privo di finestre, dal quale apparentemente era impossibile uscire.

I carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio sono intervenuti liberando l’ostaggio dopo circa 45 minuti grazie alla segnalazione di un residente dello stabile che aveva sentito le grida di aiuto del cliente. Una volta liberato, ha presentato denuncia ai carabinieri di Busto Arsizio che hanno avviato le indagini sequestrando il martello utilizzato per le minacce e gli indumenti (delle mutandine in carta) che la massaggiatrice avrebbe voluto far indossare al pensionato, ricevendo un netto rifiuto. Nei guai sono finiti tre cittadini cinesi rispettivamente la massaggiatrice, la direttrice del centro messaggi e il titolare dell’attività commerciale.

Dovranno rispondere a vario titolo di sequestro di persona, violenza sessuale, lesioni personali e porto ingiustificato di oggetti atti a offendere.