Napoli, 30 set. (Apcom) – Secondo gli organizzatori sono state circa 10mila le persone che, questa mattina, hanno attraversato il centro di Boscoreale fino a Terzigno per dire no alla possibilità di una seconda discarica all’interno del Parco nazionale del Vesuvio. Quattro i Comuni che oggi sono chiusi per lutto. Negozi con le saracinesche abbassate, uffici pubblici chiusi e scuole deserte per ribadire la contrarietà ad un secondo sversatoio in difesa della salute e del territorio.
“Dopo una lenta agonia, è morto avvelenato dai rifiuti tossici della discarica il Parco nazionale del Vesuvio. Ne danno il triste annuncio le ‘Mamme vulcaniche’ e i cittadini morituri dei paesi vesuviani”: questi i manifesti listati a lutto che sono stati affissi in quattro Comuni alle falde del Vesuvio: Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, e Terzigno. Il corteo che ha attraversato il Vesuviano e al quale hanno preso parte anche delegazioni di cittadini di Pompei e Torre Annunziata, è stato aperto da numerosi bambini che hanno indossato mascherine seguiti da studenti, mamme e cittadini comuni. Una parte dei manifestanti ha anche raggiunto i cancelli della discarica nella ex cava Sari, attualmente attiva, e l’ex cava Vitiello che potrebbe essere trasformata in un altro sversatoio.
La protesta di questa mattina segue la veglia di preghiera che si è svolta ieri sera a Boscoreale. In piazza Pace, il vescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, ha presieduto una celebrazione alla quale hanno preso parte migliaia di cittadini.
Psc/Ral
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