Bruxelles, 22 giu. (TMNews) – Le autorità competenti di Napoli e della Campania hanno due mesi per preparare un nuovo piano “credibile e sostenibile” di gestione dei rifiuti municipali (che deve includere anche una soluzione per le ‘ecoballe’ di rifiuti indifferenziati accumulate nelle precedenti emergenze), se vogliono evitare un secondo ricorso in Corte europea di giustizia da parte della Commissione, e convincere Bruxelles a sbloccare i fondi Ue per la Regione che sono finora stati congelati.
Non si tratta né di una concessione, negoziata da Bruxelles con gli italiani, né di un ultimatum: semplicemente, come hanno hanno riferito a TMNews fonti della Commissione europea oggi a Bruxelles, non è previsto dal calendario di lavoro che siano approvate a luglio nuove procedura d’infrazione dell’Esecutivo comunitario contro gli Stati membri, e ad agosto c’è la tradizionale pausa per le vacanze estive. Così, se anche fosse già pronta (come sembra) la procedura d’infrazione contro l’Italia, per non aver presentato ancora un piano convincente sui rifiuti campani (l’ultima versione portata a Bruxelles era piuttosto “un piano di avere un piano”, secondo le stesse fonti), la sua approvazione non sarebbe comunque possibile prima di settembre.
La procedura di Bruxelles riguarderebbe la non esecuzione della sentenza con cui la Corte europea ha condannato l’Italia nel marzo 2010 per non aver allestito una rete adeguata di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Napoli e in Campania. Una seconda sentenza della Corte per non adempimento comporterebbe delle salatissime multe giornaliere a carico dello Stato italiano, per ogni giorno di permanenza in situazione d’infrazione, a partire dalla data della prima sentenza. Un costo altissimo, che andrebbe ad aggiungersi al blocco dei fondi Ue per la Campania.
Ieri si era diffusa la notizia che il neo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si sarebbe recato oggi a Bruxelles insieme al governatore della Campania Stefano Caldoro, presumibilmente per cercare di sbloccare i fondi Ue congelati,
ma alla Direzione generale Ambiente della Commissione non risulta fosse previsto alcun appuntamento, neanche a livello ‘tecnico’, con i due amministratori italiani. E De Magistris, che era atteso all’Europarlamento per il disbrigo delle ultime pratiche prima di lasciare definitivamente il proprio ufficio da eurodeputato, non si è fatto vedere.
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