La riforma fiscale sul tavolo del governo ha “lo scopo di attrarre gli investitori esteri che spesso hanno evitato l’Italia a causa di un regime troppo oneroso e complicato”.
A dirlo è il viceministro all’Economia e Finanze Maurizio Leo, spiegando che “con la revisione, l`Ires avrà due aliquote: e quella di base è destinata a calare sotto il 24%”, mentre sono “previste riduzioni delle imposte alle imprese che assumono o investono parte del reddito”.
L’intento, spiega il viceministro in un’intervista al Messaggero, è quello di “far pagare meno chi più assume e investe”, e ciò sarà possibile grazie al sistema a due aliquote: quella base e una “agevolata se una parte del reddito verrà investita, in nuove assunzioni o beni strumentali innovativi, e se non ci sarà distribuzione di utili”. E per quanto riguarda i controlli “stiamo pensando a un sistema più articolato, che va nella direzione di cambiare verso alla fiscalità del nostro Paese”. Un sistema per cui ai soggetti con ricavi o compensi fino a 5 milioni di euro si applicheranno gli Isa, indicatori sintetici di affidabilità fiscale, che attribuiscono un “voto” al contribuente.
“Immaginiamo – spiega Leo al quotidiano – che uno di questi soggetti abbia un buon voto Isa, pari 8: l’amministrazione gli potrà proporre un patto un’adesione 4.0, potremmo dire, che dovrà durare almeno un biennio in modo che egli abbia la certezza della stabilità del suo rapporto con il fisco. Immaginiamo, invece, un soggetto con voto Isa basso, diciamo 3: con archivi informatici, banche dati, informazioni delle fatture elettroniche e tutto ciò combinato con analisi predittive e intelligenza artificiale, l’amministrazione potrà proporre anche a questo contribuente un’adesione 4.0, in modo che il suo voto Isa arrivi a un livello accettabile. Ebbene, se questo soggetto accetta di pagare più di quanto pagava prima, anche lui riceverà in cambio semplificazioni, certezze e altre misure premiali”.
Nella riforma, spiega Leo, è allo studio anche un sistema di “bonus per chi è in regola con le tasse”. Il contribuente, spiega Leo, “potrà redigere il proprio Tax Control Framework, che dovrà essere certificato da un professionista con adeguate competenze ed esperienze. Infine, un altro professionista, sempre con alte e comprovate conoscenze, potrà apporre il visto di conformità sulla dichiarazione dei redditi. Accettare questa procedura comporterà l’accesso a un sistema di premialità e di certezze”.