Riforme/ Fini: Possibili e necessarie ora ma con larghe intese


Francoforte, 14 ott. (Apcom)
– Riforme istituzionali e
costituzionali “in questa legislatura, ripartendo subito, sono
possibili e necessarie” perché “vi sono molti temi su cui
l’istruttoria è a buon punto” e “sono assolutamente possibili
larghe intese ed ampia maggioranza”. Il presidente della Camera
Gianfranco Fini, da Francoforte dove oggi ha inaugurato il
padiglione italiano alla Fiera del libro, indica con precisione e
chiarezza la necessità di riavviare la stagione delle riforme,
rinnovando convinzione e determinazione, unite a “un ragionevole
ottimismo” sulla loro realizzazione “grazie ad intese di larga
maggioranza che evitino il ricorso al referendum previsto
dall’articolo 138” della Costituzione e partendo dai temi che
uniscono maggioranza ed opposizione.

Fini, incontrando la stampa nella città tedesca, sottolinea in
particolare come “riduzione drastica del numero dei parlamentari”
insieme a “completa attuazione del federalismo, sia sotto il
profilo fiscale che con la costituzione del Senato delle regioni
che ponga fine al bipolarismo perfetto” ed anche “un nuovo
equilibrio – ma sottolineo equilibrio – fra Governo e Parlamento,
sono temi sui quali è ragionevole ritenere possibile realizzare
larghe intese”.

“Il Paese – sottolinea Fini – ha sicuramente bisogno di riforme
urgenti delle istituzioni: ne ha bisogno ora. E ha bisogno che,
possibilmente, siano stabili e durino nel tempo. Le procedure di
revisione della Costituzione sono, e non possono che essere,
quelle stabilite dall’articolo 138 della nostra Carta. Il che
significa – afferma in risposta alle domande sulla posizione più
intransigente di Berlusconi in materia di riforme – che pensare
di fare le riforme solo con i voti della maggioranza è
perfettamente legittimo, salvo poi essere consapevoli di esporsi
alla possibilità del referendum. Ma, politicamente, io credo che
sia stata l’esperienza recente di questi ultimi anni in cui
abbiamo visto riforme della Costituzione fatte così, a
dimostrarci che politicamente le riforme della Costituzione vanno
realizzate con larghe intese, impedendo in questo modo il
probabile ricorso al referendum”.

Tor/Sar

MAZ

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