Massimiliano Di Caro ha il sangue rossoblù nelle vene. È capitano, cuore e polmoni di una squadra giovane e ambiziosa che domani affronterà il Varese in una partita che a Venegono ricorderanno per molti anni. Una partita nella quale la Varesina scenderà in campo per i tre punti. Bottino pieno, questo è l’ordine del capitano.
Sì, è un derby perché geograficamente siamo vicini, ma non c’è la rivalità che caratterizza per esempio quello di Milano; è comunque una partita storica, perché non so quando il Varese tornerà a giocare a Venegono. Tensione? Certo, ma sempre positiva; infatti ci stiamo allenando serenamente, anche perché alla fine i punti che ti potrebbe dare sono gli stessi delle altre partite.
No, non c’è questa volontà, poi la Coppa è profondamente diversa dal campionato; domani sarà più importante. Vogliamo vincere come in tutte le partite, ma non parlerei di vendetta.
La migliore. E con un atteggiamento da Varesina. Serviranno grinta, corsa e sacrificio, cercando di colpirli nei loro punti deboli e sbagliando il meno possibile sia a livello tecnico che tattico. Dovremo essere rognosi, come dico spesso. Solo così potremo ribaltare il pronostico.
Ci ha chiesto di fare un salto di qualità contro quelle squadre che sono sopra di noi in classifica. Solo con la Folgore abbiamo vinto e convinto, mentre con il Chieri non abbiamo proprio giocato e con il Borgosesia abbiamo sbagliato troppo. Contro queste squadre dobbiamo essere più continui e concreti.
Penso di sì. Abbiamo fatto un grande cammino arrivando in D. Cinque anni fa non avrei mai immaginato di poter giocare questa partita, ma bisogna dire che c’è anche della sfortuna da parte loro. Il Varese è una piazza importantissima che milita in categorie che non gli competono, ma questo non toglie che per noi è bellissimo poterlo affrontare.
Non lo so perché quest’anno il girone è veramente duro. Tutti possono perdere con chiunque e non sembra esserci una squadra capace di dominare sulle altre, come dimostra la classifica. Dipenderà da tanti fattori, come il mercato invernale per esempio.
Anche questo non lo so. Sicuramente sarebbe un sogno, ma non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba, e adesso non abbiamo le possibilità per sostenere categorie più alte. Stiamo però lavorando affinchè un domani la Varesina abbia tutte le carte in regola per raggiungerle.
Posso dire che sono abituato alla pressione: capitano e figlio del presidente. Le voci si sono sempre sentite e non sempre sono state buone, ma ho sempre dimostrato di giocare perché lo merito. Cerco di essere d’esempio, soprattutto ai più giovani, quindi provo a sbagliare il meno possibile. La fascia è anche un onore; mi è stata data dal mister e dai miei compagni storici, Albizzati, Caon e Tino, quindi è come se la mettessero anche loro e questo mi da molta forza.
Spero, ma credo, che sarà uno spettacolo, quindi divertitevi e sosteneteci come avete sempre fatto. Noi vogliamo vincere.
Che c’è rispetto, ma non siamo intimoriti dal blasone. Ce la giocheremo.