«Un sì è sufficiente per cambiare gestore ed essere truffati sulle proprie bollette di gas ed energia».
A lanciare l’allarme è la Polizia di Stato tramite la propria pagina Facebook “Una vita da social”, invitando a fare attenzione. È l’ultima frontiera del “magheggio” adottato da alcuni call center che operano per conto di società che gestiscono servizi di luce e gas per “rubare” clienti alla concorrenza all’insaputa del malcapitato utente. Sono circa 20 i casi segnalati alle associazioni di tutela dei consumatori tra Varese e provincia.
Il trucco è semplicissimo: è sufficiente che il consumatore fornisca gli estremi di una sola fattura e il gioco è fatto. Lo scopo è quello di ottenere i numeri dei codici pod e pdr, necessari ai fini del passaggio di gestore. La società telefona e chiede: «È lei il signor…?» ed è sufficiente un semplice «Sì» per far scattare il giovo. E del resto rispondere sì se ci viene chiesto di confermare il nostro nominativo è
risposta che arriva automatica. Quel sì che viene usato per fingere il consenso del cliente a un contratto mai richiesto. «Il consumatore deve, al fine di tutelarsi, chiedere alla società di identificarsi esplicitamente e chiaramente per avere la certezza di parlare con il proprio gestore e deve astenersi, sempre, dal fornire i codici Pod e Pdr – è l’invito pubblicato dalla polizia di Stato – Se invece è stato attivato un contratto di cambio gestore mai richiesto bisogna, quanto prima, disconoscere tale fittizia attivazione». Peraltro «il contratto concluso per telefono è da considerarsi semplice proposta contrattuale, alla quale deve necessariamente seguire una conferma per iscritto da parte del consumatore. Quest’ultimo è vincolato solo dopo aver controfirmato l’offerta», scrive ancora la polizia nel suo post aggiungendo: «In altri termini, se non c’è accettazione per iscritto non sorge alcun obbligo per il consumatore di fornire alcuna prestazione corrispettiva». L’avvertimento diffuso dalla polizia di Stato mira a evitare la truffa a monte, ovviamente. Nei casi segnalati a Varese e provincia (ma il fenomeno è stato registrato ovviamente anche in altre parti d’Italia) e alle associazioni di tutela dei consumatori chi chiama non identifica con esattezza il nome della società per conto della quale compie la telefonata. L’utente si ritrova investito da un fiume di domande, in particolare sui costi sostenuti per usufruire del servizio preso di mira. In tutti i casi l’operatore, naturalmente, sottolinea come la tariffa versata da chi sta ricevendo la telefonata sia particolarmente elevata e mettendo sul piatto, naturalmente, costi molto più vantaggiosi. È questa l’esca per ottenere i dati necessari al cambio di società all’insaputa del malcapitato preso di mira. La scusa più usata pare sia quella di poter stilare un preventivo. Con i dati in tasca il gioco è fatto. L’utente capirà l’accaduto a giochi ormai conclusi: quando cioè si ritrovare a fare i conti con bollette pasticciate, società sconosciute, trovandosi a dover mettere in modo un sistema di tutela efficace quanto magari non proprio rapidissimo. E rischiando magari di vedersi sospendere il servizio a causa dei vari passaggi.
Il consiglio più utile viene dalla pagina Facebook Agente Lisa, sempre gestita dalla polizia di Stato. Alla domanda «È lei il signor…?» Si risponda con un chiaro: «Con chi parlo?». Nessun sì diretto e la truffa morirà sul nascere. Naturalmente mai fornire dati di qualunque natura a società sconosciute che si propongono con una telefonata.