GERMIGNAGA – Rissa o omofobia? Il caso Just In arriva in tribunale: ieri mattina la prima udienza con l’annuncio di numerose costituzione di parte civile. Se per l’accusa tutti i sette coinvolti nella zuffa che scoppiata lo scorso 18 marzo alle 3 di notte all’interno del locale di Germignaga devono rispondere di rissa davanti ai giudici, resta da capire chi ha fatto cosa e chi ha picchiato chi.
Il perché, però, la procura lo avrebbe acclarato: la scintilla sarebbe nata dall’intolleranza nei confronti di due ragazzi che, ballando in piedi sul classico cubo, si baciavano tra loro come qualunque altra coppia in una discoteca. A quel punto, secondo la procura, i buttafuori del locale insultarono i ragazzi con frasi dichiaratamente omofobe. L’autorità giudiziaria nel decreto di citazione a giudizio riporta che davanti all’affettuosità dei due giovani un buttafuori marocchino «li invitava con energia a scendere dal cubo» e spingendo uno dei ragazzi «lo apostrofava con frasi ingiuriose». A quel punto la situazione sarebbe degenerata senza soluzione di continuità; fu Marco Coppola, presidente provinciale dell’Arcigay di Verbania a denunciare di essere stato aggredito e cacciato dalla discoteca in un contesto «di omofobia».
La denuncia ebbe ribalta nazionale portando alla dura condanna del gesto da parte di parlamentari, circoli arci di tutta Italia, semplici cittadini. Il 18 aprile si torna in aula con tutte le parti civili: i ragazzi contro i buttafuori e il locale, il Just In contro i clienti, i buttafuori contro i ragazzi che a loro dire li avrebbero malmenati.
b.melazzini
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