Rissa tra profughi dalla Libia In cinque finiscono all’ospedale

SAMARATE Una rissa tra i cinque profughi arrivati dalla Libia e ospitati a San Macario: tutti in ospedale, in stato di fermo. E ora rischiano di essere espulsi.
Tutto è avvenuto ieri mattina, anche se l’evento che ha scatenato la rissa è avvenuto un paio di giorni fa. Arrivati alla fine dell’estate, i richiedenti asilo sono ospitati all’interno di un appartamento privato in via Trento a San Macario, a due passi dalle scuole primarie. Si tratta di un cittadino libico e di quattro nigeriani,

tra i quali «la convivenza non è mai stata facile», spiega il sindaco Leonardo Tarantino.
A complicarla, le barriere linguistiche, visto che il libico parla solo arabo, gli altri solo inglese. Gli asilanti sono venuti alle mani già un paio di giorni fa, quando il cittadino originario della Libia ha malmenato uno degli altri quattro, lussandogli una mano e costringendolo ad un’operazione chirurgica che era in programma per questa mattina.

Ieri, però, è andato in scena il secondo round. Che qualcosa non andasse lo si è capito quanto il libico è sceso per strada, chiedendo a gran voce ai passanti di chiamare i Carabinieri, quasi che fosse lui ad essere stato assalito dagli altri quattro. Quindi è risalito, mettendo in fuga i nigeriani, che hanno cercato di salvarsi lanciandosi dalla finestra su un vicino balcone.
Sul posto è arrivata la Polizia locale, quindi i Carabinieri e i cinque sono stati portati in ospedale, dove sono state loro riscontrare ferite giudicate guaribili tra i 5 ed i 25 giorni. Attualmente si trovano in stato di fermo, piantonati al pronto soccorso, in attesa che venga formalizzata la denuncia per rissa. Anche se questo episodio potrebbe costare loro molto caro, visto che potrebbe portare ad un’espulsione immediata, a prescindere dall’esito della richiesta di asilo politico.

In attesa di capire che sarà di loro, in Comune si pensa a dove sistemarli quando, tra qualche giorno, lasceranno l’ospedale, visto che l’appartamento è inagibile. Porte a vetro rotte, una addirittura forzata e macchie di sangue sulle pareti, che renderanno necessario imbiancare. Toccherà al municipio pagare. Non solo. «Si è compromesso il rapporto con i vicini, che giustamente si sono lamentati, non sappiamo se la proprietà rinnoverà il contratto di affitto», spiega il sindaco.
Che non si lascia sfuggire l’occasione per una polemica: «l’accoglienza va bene fino a un certo punto, se non rispettano le regole, tornino a casa loro. Il governo ha prorogato l’emergenza fino a fine 2012, ma la guerra in Libia è finita, si possono accelerare i tempi».

j.bianchi

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